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’incertezza legata al futuro è una sensazione comune a tante persone. Dal punto di vista economico, sappiamo ormai di non poter fare completo affidamento sulla previdenza obbligatoria. Per questo motivo, sono disponibili diverse soluzioni integrative, come il fondo pensione negoziale.

Stai valutando la tua posizione? Per prendere una decisione informata, scopri come funziona e quali sono le altre opzioni disponibili. Ti spieghiamo anche la differenza tra fondo pensione negoziale o aperto, i costi e le agevolazioni fiscali per sfruttare al massimo il tuo capitale.

Come funziona e a cosa serve un fondo pensione negoziale

Partiamo dall’inizio: cos’è un fondo pensione negoziale? Chiamato anche fondo pensione chiuso, si tratta di una tipologia di previdenza complementare che viene negoziata tra rappresentanti dei lavoratori e azienda. Proprio per questo motivo, segue le indicazioni del CCNL di riferimento o delle altre contrattazioni ufficiali.

Come qualunque altra forma pensionistica integrativa, ha come scopo principale quello di accumulare i risparmi e ottenere una rendita una volta conclusa l’attività lavorativa. Andando a sommarsi alla cifra erogata dall’INPS, aiuta ad affrontare le spese per la vita di tutti i giorni, la salute e, più in generale, a vivere al meglio la terza età. 

Poiché l’iscrizione al fondo pensione negoziale è stabilita da un contratto o da un regolamento aziendale, il datore di lavoro deve pagare un contributo per ogni dipendente. La somma deve essere pari o superiore a quella prevista; in più, in alcuni casi è consentito versare solo il TFR.

Chi gestisce il fondo provvederà poi a investire le somme ricevuti in uno o più prodotti finanziari. I rendimenti dipendono proprio dalle prestazioni di tali investimenti e vengono monitorati dal COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), l’organo indipendente istituito dallo Stato italiano per vigilare sul mercato della previdenza complementare.

Chi può aderire?

L’adesione a un fondo pensione negoziale è limitata solo ad alcune categorie specifiche, visto che si svolge solo in base agli accordi collettivi. Nel dettaglio, è aperta a:

  • dipendenti del settore privato appartenenti a determinate categorie;
  • dipendenti del settore pubblico appartenenti a determinati comparti, come ad esempio scuola;
  • soci delle cooperative;
  • autonomi o liberi professionisti.

Oltre al principale sottoscrivente, possono essere iscritti anche i familiari a carico, sempre che sia previsto dal proprio fondo pensione negoziale.

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Quanto rende un fondo pensione negoziale?

Non c’è una sola risposta a questa domanda. I rendimenti dipendono da svariati fattori, tra cui:

  • il totale dei contributi corrisposti;
  • la durata del periodo contributivo;
  • le performance degli investimenti;
  • i costi sostenuti.

Per fare qualche numero, secondo i dati del COVIP per il primo semestre 2023 i fondi pensione negoziali hanno avuto un rendimento medio del 3,2%, leggermente inferiore a quello dei fondi pensione aperti che è pari al 4,6%. Bisogna però considerare le oscillazioni finanziarie, che non permettono di fare previsioni certe in questo campo.

Quali sono i costi?

Un parametro chiave per valutare la convenienza di una soluzione pensionistica integrativa è dato dai costi sostenuti. Per il fondo pensione negoziale, durante tutto il periodo di contribuzione bisogna considerare le spese per la gestione del capitale e sui versamenti, indicate in quota fissa o percentuale. 

Per avere un quadro generale di quanto si spenderà si può confrontare l’ISC, (Indicatore sintetico dei costi), lo strumento offerto dal COVIP per evidenziare chiaramente tutti i costi dei diversi fondi.

Le agevolazioni fiscali

Nel corso degli anni, lo Stato ha cercato di agevolare le proposte di pensione integrativa, visto che sono fondamentali per integrare quanto corrisposto dall’INPS. Per questo, ha previsto una serie di misure volte a garantire una convenienza effettiva. Innanzitutto, c’è la deducibilità dei fondi pensione dal reddito IRPEF fino a massimo 5.164,57 euro l'anno. 

In aggiunta, i rendimenti dei fondi pensione vengono tassati con un’aliquota massima del 20% invece del 26% di un normale investimento. Inoltre, è premiata anche la partecipazione prolungata a un piano di risparmio: il capitale maturato è normalmente tassato al 15%, ma la percentuale scende dello 0,30% per ogni anno di contributi, fino a un minimo del 9%.

Fondo pensione negoziale o aperto: le differenze

Abbiamo detto che i fondi pensione negoziali sono chiamati anche chiusi. Il motivo è presto spiegato: l’adesione è riservata solo ad alcune categorie, che abbiamo precedentemente indicato, sulla base di contratti o accordi collettivi. Inoltre, sono senza scopo di lucro e istituiti da fondazioni o associazioni.

Al contrario, i fondi pensione aperti sono aperti a tutti, come è facilmente intuibile. È possibile aderire indipendentemente dall’appartenenza a una categoria specifica. Persino chi non ha attualmente un impiego, ma dispone di un capitale da investire, può scegliere di iscriversi. Gli intermediari possono essere le banche, le assicurazioni, le SIM (società di intermediazione mobiliare) e le SGR (società di gestione del risparmio).

Usa il tuo welfare Coverflex per contribuire al fondo pensione

Hai aderito a un fondo pensione? Oltre a cogliere tutti i vantaggi offerti, puoi ulteriormente migliorare la tua posizione contributiva scegliendo di versare il tuo budget welfare nel piano integrativo. Questo è possibile quando il datore di lavoro decide di ottimizzare la gestione dei benefit, come avviene nella soluzione di welfare aziendale Coverflex.

Ma come funziona? In pratica, l’azienda si iscrive facilmente sulla piattaforma, con un risparmio di tempo e procedure burocratiche, e sceglie la somma da distribuire a ogni collaboratore o collaboratrice. Il budget, corrisposto tramite la Coverflex Voucher Card, può essere impiegato per ottenere beni e servizi in natura, oppure spostato sul proprio fondo pensione.

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