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rima di aderire a una forma di previdenza complementare è sempre utile approfondire ogni dettaglio importante. E tra questi c’è sicuramente il discorso del rendimento di un fondo pensione. Sai come funziona? 

Leggi nel nostro articolo cosa si intende per rendita pensionistica e tutte le variabili da considerare. Dalle diverse tipologie alla tassazione, ti raccontiamo quello che c’è da sapere per sfruttare al massimo la soluzione scelta.

Cos’è la rendita pensionistica

Hai deciso di sottoscrivere un contratto per un fondo pensione? Possiamo facilmente intuire uno dei tuoi primi pensieri: quanto guadagnerò una volta conclusa la mia vita lavorativa? La rendita pensionistica è proprio la somma che riceverai periodicamente alla fine del periodo di sottoscrizione del capitale. 

Lo scopo di qualsiasi soluzione di previdenza complementare è proprio generare una pensione integrativa che permetta di vivere con maggiore tranquillità il terzo capitolo della propria vita. 

Quanto corrisposto negli anni, spesso insieme al TFR versato nel fondo pensione e ad altri contributi extra erogati dal datore di lavoro sotto forma di welfare, si accumula fino a formare il rendimento del fondo pensione.

Tipologie di rendita di un fondo pensione

Non tutte le rendite pensionistiche sono uguali… Di norma, si parla infatti di rendita vitalizia immediata: il rendimento del fondo pensione avviene dal momento di cessazione dell’attività lavorativa fino al decesso del sottoscrivente e non è reversibile. Ci sono però altre tipologie di rendita pensionistica: ecco quali sono.

Rendita vitalizia reversibile

In caso si punti su questa ipotesi, il rendimento del fondo pensione viene normalmente corrisposto all’intestatario. In seguito al suo decesso, la somma viene incassata dalla persona indicata come beneficiaria, in forma totale o parziale, fino alla sua morte.

Rendita differita

In questo scenario, la somma viene erogata per tutta la vita, ma solo a partire da un determinato momento deciso dal principale contribuente.

Rendita certa temporanea (e poi vitalizia)

Nell’eventualità in cui si scelga questa formula, la rendita pensionistica viene corrisposta in un preciso ventaglio di tempo, ad esempio per i primi 10 anni di pensione, indipendentemente dal fatto che sia ancora in vita o no. Alla fine di questo periodo, nel caso non sia sopraggiunta la morte diventerà vitalizia.

Rendita controassicurata

Questa tipologia prevede che il rendimento del fondo pensione sia erogato finché la persona sottoscrivente è in vita. Il capitale residuo andrà successivamente versato ai beneficiari. 

Rendita con maggiorazione LTC

Con l’acronimo LTC, ovvero Long Term Care, si indica quella particolare situazione in cui l’aderente non è più autosufficiente, ad esempio per svolgere normali azioni giornaliere. Questo piano prevede che la rendita venga raddoppiata al verificarsi di tale evento.

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Come calcolare il rendimento di un fondo pensione

Abbiamo visto cos’è la rendita pensionistica e le tipologie previste. Ma come si calcola? Fermo restando che l’importo finale dipenderà da numerosi fattori, tra cui la durata del piano e le quote versate, bisogna partire dal montante netto accumulato, ovvero già decurtato di tasse e costi di gestione.

Per ottenere il valore bisogna moltiplicare il capitale per un coefficiente di trasformazione basato su questi parametri:

  • età del sottoscrivente;
  • anno di nascita;
  • speranza di vita della popolazione italiana in base ai dati ISTAT;
  • genere (le donne statisticamente vivono di più);
  • tipologia di rendita;
  • tasso tecnico. 

A un’età maggiore e a un capitale più alto corrisponderà di norma una rendita pensionistica più elevata. I coefficienti, che vengono ricalcolati ogni due anni, sono quindi la tavola di riferimento per calcolare la propria rendita.

Fondo pensione o conto deposito: cosa conviene di più?

Non sai deciderti tra fondo pensione e conto deposito? Si tratta di una scelta personale, ma che si poggia su alcuni punti fermi. Innanzitutto, i conti deposito sono pensati appositamente per gestire il risparmio in modo semplice. In pratica, versi quanto vuoi e accumuli un capitale su cui maturano degli interessi. Il rendimento è più alto se si decide di lasciare il capitale fermo, ma è comunque contenuto.

I fondi pensione, invece, sono una soluzione  più elaborata dal punto di vista finanziario, pensata per integrare quanto pagato dall’INPS. Sono in genere più remunerativi dei conti deposito e offrono una tassazione agevolata, visto che lo Stato ha scelto di valorizzarne l’aspetto sociale. 

Di fatto, è una forma di investimento, visto che quanto versato viene impegnato dalle società che gestiscono il fondo in prodotti finanziari, come titoli di Stato, azioni e obbligazioni. Inoltre, vale la pena considerare anche la deducibilità del fondo pensione, che consente di risparmiare sull’IRPEF dovuta.

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Se stai ancora decidendo cosa fare, potrebbe esserti utile sapere che è possibile versare il tuo budget welfare nel fondo pensione. Questo è quanto avviene nella soluzione di welfare aziendale Coverflex: i dipendenti ricevono una somma dall’azienda che possono spendere in beni o servizi, oppure destinare proprio al loro futuro.

Tutto quello che il datore di lavoro deve fare per offrire questa opportunità ai suoi collaboratori è iscriversi sulla piattaforma di Coverflex e impostare la cifra da distribuire tramite la Coverflex Voucher Card.

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