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In quanto elemento “extra” rispetto alla normale retribuzione, il premio di produzione è una forma di compensazione aggiuntiva pensata per riconoscere gli sforzi del personale. Ma come funziona esattamente e chi ne ha diritto?

Scopri nel nostro articolo cos’è questo tipo di premio aziendale, in tutte le sue sfumature, e a chi spetta. In più, leggi le normative che lo regolano e gli aggiornamenti per la tassazione del premio di produzione 2023.

Premio di produzione: cos’è e come funziona

Ne hai sicuramente sentito parlare, ma sai cosa si intende esattamente per premio di produzione? In pratica, si tratta di una remunerazione aggiuntiva che il datore di lavoro eroga ai dipendenti in caso di aumenti della produttività o di altre variabili misurabili come la qualità, il livello di innovazione e l’efficienza. 

Questo strumento è stato introdotto per la prima volta nel sistema produttivo italiano intorno agli anni Sessanta. Lo scopo era semplice allora come lo è adesso: includere i dipendenti nei passi in avanti di ogni azienda e remunerarli offrendo un incentivo che potesse farli sentire partecipi del successo ottenuto.

Nel corso dei decenni il premio di produzione è diventato parte integrante della contrattazione aziendale, in alcuni casi trasformandosi in un compenso ricorrente. Tutto dipende dalla negoziazione a monte, a livello sindacale (sul territorio o nazionale) oppure aziendale.

Visto che per le imprese è fondamentale avere dipendenti motivati e felici, oggi i premi rappresentano un tassello cruciale nel rapporto tra le parti. Capita quindi che vengano erogati una volta all’anno, più volte durante i dodici mesi oppure una tantum (un po’ come avviene per i bonus bebè e i bonus benzina) in base a quanto stabilito dal CCNL o dai regolamenti interni.

L’importo del premio di produttività non segue uno schema fisso, ma cambia secondo quanto indicato nel contratto o deciso dal datore di lavoro. Inoltre, è anche possibile corrispondere somme diverse in base al tipo di reparto o ad altre variabili, ma non al singolo lavoratore. 

A chi spetta il premio di produzione?

In linea generale, il premio di produzione spetta a tutti i dipendenti del settore privato con contratto a tempo determinato o indeterminato, sia a tempo pieno sia part-time. Deve però essere previsto dal contratto nazionale di categoria, dalle contrattazioni di secondo livello aziendali o territoriali.

Quali tipi di premio di produzione esistono?

Finora abbiamo parlato genericamente di premio di produzione, ma in realtà sono molte le forme che può assumere questa particolare forma di incentivo. Può infatti essere chiamato anche premio di produttività, premio di risultato o premio di obiettivo, con un riferimento al motivo per cui viene erogato. In tutti i casi, però, viene erogata una somma in denaro.

Il discorso cambia, invece, per il premio welfare: per beneficiare dell’esenzione dalla tassazione, il premio di produzione può infatti essere convertito in welfare aziendale da utilizzare per:

  • abbonamenti per i mezzi di trasporto;
  • assistenza per figli minori, familiari anziani e disabili;
  • borse di studio;
  • corsi di formazione;
  • attività sportive e ricreative;
  • assistenza sanitaria integrativa;
  • viaggi e hotel;
  • manuali e libri scolastici.

Grazie a piattaforme innovative, come la soluzione di welfare aziendale Coverflex, il datore di lavoro può trasformare il premio in benefit aziendali facilmente spendibili grazie a un’apposita card.

Insieme alle classiche forme di flexible benefit, come gli asili nido e i pacchetti vacanze, si possono aggiungere altre forme di compensazione. Ad esempio, possono esserci buoni pasto, fringe benefit e rimborsi.

Tassazione del premio di produzione

Prima di specificare la tassazione del premio di produzione, dobbiamo fare una premessa. Per rientrare nelle agevolazioni fiscali previste dallo Stato, il premio di risultato deve rispettare alcune regole, ovvero:

  • essere devoluto in caso di un aumento della produttività, redditività, qualità, efficienza o innovazione;
  • corrispondere a obiettivi effettivamente misurabili e stabili dal contratto;
  • essere assegnato a tutti i dipendenti oppure a una particolare categoria.

La normativa di riferimento è stata introdotta con la Legge di Stabilità del 2016, che stabilisce la tassazione agevolata del premio di produzione (a cui bisogna aggiungere i contributi INPS). Non è soggetto alle aliquote progressive IRPEF e inizialmente prevedeva solo un’aliquota del 10%. Successivamente, tramite la Legge di Bilancio 2023, l’aliquota è stata ridotta al 5% per tagliare il cuneo fiscale e dare più valore a questo incentivo.

La tassazione agevolata è valida per i dipendenti con reddito da lavoro dipendente inferiore a 80.000 euro all’anno. In aggiunta, per il premio di produzione 2023 l’importo massimo sottoposto all’aliquota agevolata è passato da 3000 a 4000 euro.

Per fare un esempio del calcolo del premio di produzione 2023, ipotizziamo che un’azienda abbia corrisposto 2000 euro lordi a ogni dipendente:

  • per prima cosa calcoliamo i contributi previdenziali a carico del dipendente, con aliquota al 9,19%, pari a 183,80 euro;
  • sulla nuova base imponibile calcoliamo l’imposta sostitutiva del 5%, pari a 90,81 euro;
  • ai 2000 euro lordi togliamo quindi 183,80 euro e 90,81 euro, ottenendo il premio netto per il dipendente, pari a 1725,39 euro.

Ricordiamo poi che il datore di lavoro deve provvedere al pagamento di 2000 euro, a cui si aggiunge la restante quota di contributi previdenziali da lui versata, pari al 23,81% (l’aliquota totale è al 33%).

La detassazione del premio di produzione

La tassazione al 5% è giù un passo in avanti, ma c’è uno scenario ancora più conveniente per il personale. Nel caso si decida di convertire il premio in buoni welfare, e quindi in beni o servizi, scatta l’esenzione totale dalla tassazione. Così facendo l’azienda abbatte gli oneri contributivi e il dipendente può ottenere più valore.

Per accedere alla detassazione, il datore di lavoro deve però depositare ogni anno presso il Ministero del Lavoro il contratto di secondo livello che includa le informazioni sul numero di dipendenti che ricevono il premio di produttività, sui parametri prestabiliti e sulla tipologia di contrattazione.

Gli aggiornamenti della normativa 2023

Abbiamo già anticipato le grandi novità in vigore per il premio di produzione 2023. Riassumendo, la Legge di Bilancio 2023 ha abbassato l’aliquota al 5%, rispetto al precedente 10%, e alzato la somma massima sottoposta a tassazione agevolata portandola da 3000 euro a 4000 euro.

Nel caso in cui si scelga la conversione del premio di produzione in welfare, invece, non cambia nulla: l’esenzione è totale. Se il datore di lavoro eroga 2000 euro, il dipendente riceve 2000 di welfare in busta paga da spendere come preferisce in beni o servizi.

Welfare Coverflex: la soluzione che mette tutti d’accordo

Come abbiamo accennato nel corso dell’articolo, la soluzione Welfare Coverflex può essere un’ottima alternativa per convertire il premio di produzione dei dipendenti. I benefit proposti, totalmente esenti da contribuzione INPS, consentono all’azienda di offrire un pacchetto retributivo vantaggioso e competitivo ai propri dipendenti, che possono spenderli dove e come vogliono attraverso la Coverflex Voucher Card.

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Domande frequenti sul premio di produzione

Cos'è il premio di produzione?

Il premio di produzione è una forma di riconoscimento economico assegnata ai dipendenti in base alle performance individuali o di gruppo che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Si tratta di un incentivo volto a premiare l'efficienza e il contributo positivo dei dipendenti.

Quando si prende il premio di produzione?

Il periodo in cui viene erogato il premio di produzione dipende dalle politiche aziendali. In genere, può essere erogato mensilmente, trimestralmente o annualmente, a seconda delle decisioni dell'azienda.

Quali sono i criteri per ottenere il premio di produzione?

I criteri per ottenere il premio di produzione variano da azienda ad azienda e possono includere il raggiungimento di obiettivi individuali o di team, il miglioramento delle performance aziendali, la partecipazione a progetti di successo, o altre metriche prestabilite.

A quanto ammonta il premio di produzione?

L'importo del premio di produzione è solitamente determinato in base ai risultati raggiunti e può variare notevolmente. Alcune aziende utilizzano una percentuale del salario o dello stipendio, mentre altre stabiliscono importi fissi o variabili in base al livello di contributo.

Come viene comunicato l'importo del premio di produzione?

L'importo del premio di produzione e i criteri adottati vengono generalmente comunicati attraverso comunicazioni aziendali interne o tramite colloqui individuali tra i dipendenti e i responsabili delle risorse umane.

Quanto viene tassato il premio di produzione in busta paga?

Le tasse sul premio di produzione possono variare a seconda delle normative fiscali locali e della modalità con cui l'azienda gestisce la tassazione. In genere, il premio di produzione è soggetto a tassazione e l'importo netto ricevuto dal dipendente sarà influenzato dalle aliquote fiscali vigenti.

Posso rinunciare al premio di produzione?

Alcune aziende possono consentire ai dipendenti di rinunciare al premio di produzione, ma è importante verificare le politiche aziendali specifiche. Inoltre, è consigliabile considerare attentamente le implicazioni fiscali prima di prendere una decisione in tal senso.

Cosa devo fare se ho domande sul premio di produzione?

In caso di domande o dubbi sul premio di produzione, è consigliabile contattare il dipartimento delle risorse umane dell'azienda. Lì potrai ottenere chiarimenti sui criteri, l'importo, la tassazione e altri dettagli relativi al premio di produzione.

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