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rmai da anni, l’Italia è interessata da quello che viene definito un vero e proprio “inverno demografico”. Il brusco calo delle nascite rappresenta una delle priorità sociali ed economiche del nostro Paese, motivo per cui sono state formulate nuove agevolazioni che sulla carta vorrebbero invertire o quantomeno mitigare il calo della natalità. Tra le diverse misure di sostegno alle famiglie, quest’anno torna anche il Bonus bebè 2026, denominato ufficialmente Bonus nuovi nati.

Sai come funziona e in cosa consiste? Chiamato anche Bonus nascita 2026, affianca le altre misure a sostegno della famiglia, incluse nel cosiddetto “Pacchetto famiglia”, come l’Assegno Unico Universale, il Bonus mamme lavoratrici e il Bonus asilo nido. Leggi nel nostro articolo di cosa si tratta, chi ne ha diritto e come richiedere il Bonus Bebè.

Cosa devi sapere sul Bonus Bebè 2026

In questo articolo puoi leggere tutto ciò che devi sapere sul Bonus Bebè 2026 (o Bonus nuovi nati) e sulle altre misure rivolte alle famiglie, in particolare alle madri. Scopri chi ha diritto al Bonus Bebè, se è cumulabile con l’Assegno Unico Universale e quali sono gli importi disponibili in base all’ISEE della famiglia. In più, ti spieghiamo quali sono i requisiti per poterlo richiedere, la durata del bonus e come inoltrare la domanda presso l’INPS.

Le ultime novità sul Bonus bebè 2026 per i nuovi nati

La vitalità di una nazione passa per tante variabili differenti, tra cui il ricambio generazionale. Poiché l’Italia è notoriamente uno dei Paesi al mondo con un’aspettativa di vita più alta e una popolazione molto anziana, attualmente ferma a crescita zero, una delle misure per investire sul futuro passa dal sostegno alle famiglie.

Il Bonus Bebè, introdotto per la prima volta nel 2003 e poi messo in stand-by, puntava proprio a diventare un incentivo concreto alla natalità. Nel 2022 avevamo però assistito a una piccola rivoluzione, culminata nel cosiddetto Assegno Unico Universale, nato per accorpare:

  • Bonus Bebè;
  • Bonus Mamma Domani;
  • assegno per le famiglie composte da almeno tre minori;
  • assegni familiari per le famiglie;
  • detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.

Nel 2025, poi, è ritornato il Bonus nuovi nati (chiamato anche “Carta per i nuovi nati”), un contributo una tantum pari a 1000 euro erogato per ogni figlio nato o adottato nel corso dell’anno. La buona notizia è che il Governo ha confermato la misura anche per il 2026, ma non sono ancora note le risorse economiche messe in gioco (l’anno scorso erano stati stanziati 330 milioni).

Come funziona il Bonus nuovi nati

Possono accedere al Bonus bebè 2026 solo le famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro. A tal proposito, l’ISEE viene calcolato al netto dell’Assegno Unico Universale, che resta in vigore anche quest’anno. Il contributo per le nuove nascite viene corrisposto il mese dopo la data di nascita o adozione ed è escluso dalla formazione del reddito complessivo ai fini fiscali. 

Possono ricevere il Bonus bebè i genitori residenti in Italia che appartengono a una delle seguenti categorie:

  • Cittadini italiani o di un altro Paese europeo
  • Familiari dei cittadini europei con diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente
  • Cittadini non europei in possesso con permesso di soggiorno UE per lungo periodo, permesso unico di lavoro o permesso di soggiorno per motivi di ricerca

Essendo legato al reddito, quindi, è fondamentale che il nucleo familiare che ne fa richiesta abbia presentato una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e che questa risulti aggiornata anche nel 2026.

Come fare domanda per il Bonus bebè 2026

Per richiedere il Bonus Bebè 2026 o Bonus nuovi nati bisogna presentare la domanda entro 120 giorni dalla data di nascita direttamente sul sito INPS, come specificato nella pagina dedicata. L’accesso al sito è possibile tramite le credenziali SPID, CIE o CNS, seguendo l’apposita procedura telematica. In alternativa, si può contattare il numero verde INPS o rivolgersi a un CAF. 

‍Importante: per ottenere il Bonus nuovi nati, la famiglia deve aver presentato l’apposita Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e averla aggiornata per il 2026.

Come funziona e a chi spetta l'assegno unico universale

L’Assegno Unico Universale, richiedibile a partire dal settimo mese di gravidanza o anche in caso di adozione, è stato istituito per semplificare le procedure di assistenza alle famiglie, un po’ come avviene per alcune forme di welfare aziendale in busta paga che non sono soggette a tassazione. 

L’assegno unico si applica a lavoratori dipendenti (pubblici e privati), lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati. L’INPS lo eroga per i figli a carico nelle seguenti situazioni:

  • Figli minorenni, dal settimo mese di gravidanza
  • Figli con disabilità, senza limiti d’età
  • Figli maggiorenni fino a 21 anni che:
    - Studiano (università, scuola, formazione professionale)
    - Fanno il servizio civile
    - Lavorano con reddito sotto 8.000 euro annui
    - Sono disoccupati e cercano lavoro

Per ricevere l’Assegno, il richiedente deve soddisfare questi requisiti:

  • Essere cittadino italiano o UE con diritto di soggiorno
  • O essere cittadino non-UE con permesso di soggiorno di lungo periodo
  • O avere un permesso di lavoro/ricerca di oltre 6 mesi
  • Pagare le tasse in Italia
  • Risiedere in Italia da almeno 2 anni e avere un contratto di lavoro di minimo 6 mesi

Gli importi dell'Assegno Unico Universale

L’Assegno Unico Universale, a cui si affiancano il Bonus Bebè 2026 e altre iniziative assimilabili come il Bonus mamme lavoratrici 2026, varia in base all’ISEE della famiglia richiedente. Per quest’anno ci sono alcune importanti novità legate proprio alla volontà di aggiornare i parametri di calcolo dell’ISEE, indicate nel disegno di legge della Manovra 2026. La riforma dell’ISEE prevista dalla Legge di Bilancio 2026 riformula il calcolo focalizzandosi su due parametri: il valore della prima casa e il numero di figli

Per quanto riguarda la prima casa, la franchigia dovrebbe salire da 52.500 a 91.500 euro, alleggerendo così il peso dell’abitazione nel calcolo dell’ISEE. In più, verrà introdotto un meccanismo che prevede maggiorazioni progressive in base al numero di figli. Insieme, queste due piccole modifiche dovrebbero abbassare l’ISEE per molti nuclei familiari, che avranno così accesso a un importo più alto per quanto riguarda l’Assegno Unico Universale e altre misure.

Ma a quanto ammonterà l’Assegno Unico Universale? Oltre a quanto appena spiegato, ci sarà un aumento compreso tra l’1,6% e l’1,7% dovuto alla rivalutazione sulla base dell’indice dei prezzi al consumo. In attesa di conoscere tutti i dettagli definitivi, l’importo minimo mensile dovrebbe ammontare a circa 58,5 euro e quello massimo a 204,4 euro. 

Dovrebbero poi restare le ulteriori somme aggiuntive per le seguenti categorie:

  • Famiglie numerose
  • Mamme di età inferiore a 21 anni
  • Figli disabili
  • Famiglie in cui entrambi i genitori lavorano

Come richiedere l’Assegno Unico Universale 2026

L’Assegno viene corrisposto a chi ne ha diritto tramite bonifico, sempre che sia stato indicato l’IBAN in fase di domanda, e in contanti presso il proprio ufficio postale. In ogni caso, è necessario presentare tutta la documentazione richiesta all’INPS. I documenti necessari sono i seguenti:

  • Documento di identità e codice fiscale del genitore richiedente
  • Codice fiscale del minore o dei minori per cui si richiede la prestazione
  • Codice fiscale dell’altro genitore
  • ISEE in corso di validità
  • IBAN del genitore richiedente su cui effettuare il pagamento della prestazione

Requisiti e durata dell'Assegno Unico Universale 2026

L’Assegno Unico Universale può essere percepito fino al 21° anno di età di ogni figlio e viene erogato ogni mese. Per quanto riguarda l’ISEE non esiste una soglia massima: chi percepisce un reddito superiore a 40.000 euro può comunque ricevere la somma minima. Tuttavia, a partire dal compimento dei 18 anni dei figli, l’assegno viene ridotto.

Resta comunque un’iniziativa importante per le famiglie, che in molti casi può essere supportata da un adeguato pacchetto di welfare aziendale. I benefit concessi dal datore di lavoro non sono obbligatori, ma possono rappresentare un vantaggio fiscale per entrambe le parti, come stabilito dall’articolo 51 del TUIR. È questo il caso di:

  • convenzioni e sconti per fare la spesa;
  • asili nido aziendali;
  • bonus babysitter;
  • buoni per l’acquisto di libri di testo;
  • vacanze e soggiorni in famiglia;
  • borse di studio.

Grazie a soluzioni complete di welfare aziendale, come il Welfare Coverflex, è possibile implementare in pochi gesti uno schema variegato di benefit. Alleggerire il carico delle famiglie permette di migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro, rendendo più piacevole l’ambiente lavorativo e migliorando la produttività.

Bonus asilo nido 2026

Riconfermato il Bonus asilo nido anche per il 2026, con un aggiornamento sul calcolo legato alla ricalibrazione dell’ISEE. Il contributo è pensato per alleggerire i costi relativi all’iscrizione dei bambini ai nidi pubblici o privati. Il bonus può essere richiesto da chi ha figli sotto i tre anni ed è residente in Italia. In più, è necessario presentare l’ISEE, che determina gli importi. Si va da 1.500 euro all’anno per chi ha un ISEE superiore a 40.000 fino a 3.600 euro per i nuclei con ISEE inferiore a 25.000 euro che rispettano determinate condizioni.

Assegno di maternità 2026

Al momento nella Manovra 2026 non si parla ancora di assegno di maternità, che dovrebbe tuttavia restare in vigore. Si tratta di un aiuto alle famiglie, rivolto alle madri che non possono accedere ad altre modalità di sostegno, ad esempio l’indennità di maternità dell’INPS. Sebbene venga erogata proprio dall’INPS, è però concessa direttamente dai Comuni.

La domanda deve essere presentata al Comune in cui si risiede insieme alla Dichiarazione sostitutiva in merito al proprio nucleo familiare e all’autocertificazione in cui si dichiara di non essere percettori di altri bonus maternità e di rispettare pienamente i requisiti richiesti.

Chi ha diritto all’assegno di maternità

L’assegno di maternità di base viene corrisposto mensilmente in caso di nuove nascite, adozioni e affidamenti preadottivi avvenuti durante tutto l’anno. Chi lo richiede non deve avere alcuna copertura previdenziale oppure solo entro un determinato importo fissato annualmente. In più, non deve ricevere altri assegni di maternità INPS.

Un altro parametro importante per accedere all’assegno di maternità è l’ISEE del nucleo familiare richiedente, la cui soglia viene indicata di anno in anno. In aggiunta, bisogna anche:

  • risiedere nel Comune che concede l’Assegno;
  • convivere con il figlio per cui si è richiesto l’Assegno;
  • essere cittadine italiane o avere un permesso di soggiorno regolare.

Al momento l’assegno di maternità di base corrisposto mensilmente in caso di nuove nascite, affidamenti preadottivi e adozioni avvenuti durante tutto l’anno ammonta a 404,17 euro per cinque mesi (il totale è di 2.020,85 euro). Tuttavia, si attende la rivalutazione dell’INPS con un eventuale aumento.

Un altro parametro importante per accedere all’assegno di maternità è l’ISEE del nucleo familiare richiedente, che non deve superare la soglia di 20.221,13 euro. In aggiunta, bisogna anche:

  • risiedere nel Comune che concede l’Assegno;
  • convivere con il figlio per cui si è richiesto l’Assegno;
  • essere cittadine italiane o avere un permesso di soggiorno regolare.

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Domande frequenti sul Bonus bebè

A chi spetta il Bonus bebè?

Il Bonus bebè 2026 è un’iniziativa riservata a chi ha un figlio o ne adotta uno entro il 31 dicembre 2026. Il contributo una tantum ammonta a 1000 euro a figlio.

Chi può richiedere il Bonus bebè?

Per ottenere il Bonus bebè o Bonus nuovi nati 2026, bisogna presentare un ISEE fino a 40.000 euro e non superiore. Inoltre, è necessario essere cittadini italiani, europei oppure avere un permesso di soggiorno.

Quando richiedere il Bonus bebè?

Si può presentare domanda per il Bonus bebè 2026 all’INPS secondo le scadenze previste, che al momento devono ancora essere comunicate.

Bonus bebè e Assegno Unico Universale sono la stessa cosa?

No, sono due iniziative diverse. L’Assegno Unico Universale o "assegno di natalità" è un sostegno economico mensile destinato alle famiglie che hanno avuto, adottato o in affidamento preadottivo figli fino al 21° anno di età.

A quanto ammonta l’Assegno Unico Universale?

L’Assegno Unico Universale varia in base all’ISEE della famiglia richiedente. In linea generale si va da un minimo di 58,5 euro a un massimo di 204,4 euro per ogni figlio. Sono poi previste ulteriori somme per le seguenti categorie: famiglie numerose; mamme di età inferiore a 21 anni; figli disabili; famiglie in cui entrambi i genitori lavorano.

Come e quando richiedere l’Assegno Unico Universale?

Si può presentare domanda per l’Assegno Unico Universale all’INPS secondo le scadenze previste. La richiesta deve essere inoltrata una sola volta all’anno: online, sul portale INPS, usando le proprie credenziali o lo SPID; al telefono, tramite il contact center INPS, contattabile al numero 803 164 o allo 06 164 164; fisicamente, presso gli istituti di patronato e CAF interessati.

Bonus bebè e Assegno di Maternità sono la stessa cosa?

No, si tratta di due misure diverse pensate per sostenere le famiglie. L’Assegno di Maternità è una forma di aiuto rivolta a tutte le madri che non possono accedere ad altre modalità di sostegno, ad esempio l’indennità di maternità dell’INPS. Sebbene venga erogata proprio dall’INPS, è però concessa dai Comuni.

A chi spetta l’Assegno di Maternità?

L’Assegno di Maternità di Base viene corrisposto mensilmente per nuove nascite, affidamenti preadottivi e adozioni avvenuti durante l’anno in corso. Al momento permette di ricevere 404,17 euro per cinque mesi, per un totale di 2.020,85 euro. Tuttavia, potrebbe esserci una rivalutazione di queste cifre per il 2026. In aggiunta, bisogna anche risiedere nel Comune che concede l’Assegno, convivere con il figlio per cui si è richiesto l’Assegno ed essere cittadine italiane o avere un permesso di soggiorno regolare.

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