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na delle priorità sociali ed economiche del nostro Paese è legata alle agevolazioni destinate a mitigare il calo della natalità. Per contrastare l’inverno demografico che ormai da anni interessa l’Italia sono state messe in campo diverse misure di sostegno alle famiglie, tra cui il Bonus Bebè 2024, che in realtà oggi ha un altro nome ufficiale. 

Il susseguirsi di diversi governi ha portato a nuove rimodulazioni di questa iniziativa, che oggi è stata accorpata sotto l’Assegno Unico Universale. Leggi nel nostro articolo di cosa si tratta, chi ne ha diritto e cosa comportano i recenti aggiornamenti per chi vuole richiedere il Bonus Bebè.

Riassunto

In questo articolo puoi leggere tutto ciò che devi sapere sul Bonus Bebè e sulla sua recente trasformazione in Assegno Unico Universale. Scopri chi aveva diritto al Bonus Bebè, come è stato integrato nell'Assegno Unico Universale, e quali sono gli importi disponibili in base all'ISEE della famiglia; quali sono i requisiti per poterlo richiedere, la durata del bonus e come fare domanda presso l'INPS. Leggi l’articolo completo e, se vuoi avere tutte queste informazioni sempre a portata di mano, scarica la nostra guida completa all’Assegno Unico Universale!

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Bonus Bebè 2024: l’Assegno Unico Universale

La vitalità di una nazione passa per tante variabili differenti, tra cui anche il ricambio generazionale. Poiché l’Italia è notoriamente uno dei Paesi al mondo con un’aspettativa di vita più alta e una popolazione molto anziana, attualmente ferma a crescita zero, per investire sul futuro è necessario sostenere chi decide di avere figli. Il Bonus Bebè, introdotto per la prima volta nel 2014, puntava proprio a diventare un incentivo concreto alla natalità.

Se ti stai chiedendo come funzioni il Bonus Bebè 2024, occorre però spiegare la sua evoluzione nel corso dell’ultimo anno. Da solo, come lo conoscevamo prima, non esiste più: insieme ad altri bonus a favore della maternità, ora rientra nel cosiddetto Assegno Unico Universale. Lanciato ufficialmente nel marzo 2022, è pensato per raggruppare diverse agevolazioni passate, tra cui:

  • Bonus Bebè;
  • Bonus Mamma Domani;
  • assegno per le famiglie composte da almeno tre minori;
  • assegni familiari per le famiglie;
  • detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.

L’Assegno Unico Universale è stato istituito per semplificare le procedure di assistenza alle famiglie, un po’ come avviene per alcune forme di welfare aziendale in busta paga che non sono soggette a tassazione. Può essere richiesto a partire dal settimo mese di gravidanza o anche in caso di adozione.

Gli importi dell’Assegno Unico Universale

L’Assegno Unico Universale, che come abbiamo detto sostituisce il Bonus Bebè 2024 e altre iniziative assimilabili, varia in base all’ISEE della famiglia richiedente. In linea generale si va da un minimo di 50 euro per ogni figlio, in caso di ISEE superiore a 40.000 euro, a un massimo di 175 euro al mese per ogni figlio nel caso di reddito inferiore a 15.000 euro. Tali importi subiranno un aumento per il 2024, per adeguarsi al costo della vita.

La Legge di Bilancio 2023 ha poi previsto ulteriori somme per le seguenti categorie:

  • famiglie numerose;
  • mamme di età inferiore a 21 anni;
  • figli disabili;
  • famiglie in cui entrambi i genitori lavorano.

L’Assegno viene corrisposto a chi ne ha diritto tramite bonifico, sempre che sia stato indicato l’IBAN in fase di domanda, in contanti presso il proprio ufficio postale o direttamente sulla carta dei possessori di Reddito di Cittadinanza.

A chi spetta il bonus bebè 2024

In realtà il Bonus Bebè 2024 non esiste più: gli ultimi ad aver potuto usufruire di questa iniziativa sono le persone che hanno avuto un figlio prima del 31 dicembre 2021. La misura era valida fino al primo anno di età del bambino, a patto che la famiglia potesse dimostrare un ISEE fino a 25.000 euro e non oltre. 

Per ricevere la somma mensile di 80 euro a figlio si richiedeva anche la cittadinanza europea o un regolare permesso di soggiorno con residenza in Italia. In più, bisognava vivere stabilmente con i figli e inoltrare la richiesta di bonus bebè entro 90 giorni dalla nascita o dall’adozione.

Per l’Assegno Unico Universale è sempre necessaria la cittadinanza europea (o il permesso di soggiorno). In aggiunta, si richiedono almeno due anni di residenza in Italia o, in alternativa, un contratto a tempo determinato oppure in vigore da almeno sei mesi.

Come fare domanda per il Bonus Bebè 2024

Attualmente non è più possibile richiedere il Bonus Bebè 2024, ma si può presentare domanda per l’Assegno Unico Universale all’INPS secondo le scadenze previste (per il 2023 era il 30 giugno 2023). La richiesta deve essere inoltrata una sola volta all’anno:

  • online, sul portale INPS, usando le proprie credenziali o lo SPID;
  • al telefono, tramite il contact center INPS, contattabile al numero 803 164 o allo 06 164 164; 
  • fisicamente, presso gli istituti di patronato e CAF interessati.

Requisiti e durata del Bonus Bebè 2024

Dal punto di vista della durata, l’Assegno Unico Universale conserva gli stessi limiti previsti per il precedente Bonus Bebè. Può essere percepito fino al 21° anno di età di ogni figlio e viene erogato ogni mese.

Per quanto riguarda l’ISEE non esiste una soglia massima: chi percepisce un reddito superiore a 40.000 euro può comunque ricevere la somma minima, che ammonta a 50 euro al mese a figlio. Tuttavia, a partire dal compimento dei 18 anni dei figli, l’assegno viene ridotto.

Resta comunque un’iniziativa importante per le famiglie, che in molti casi può essere supportata da un adeguato pacchetto di welfare aziendale. I benefit concessi dal datore di lavoro non sono obbligatori, ma possono rappresentare un vantaggio fiscale per entrambe le parti, come stabilito dall’articolo 51 del TUIR. È questo il caso di:

  • convenzioni e sconti per fare la spesa;
  • asili nido aziendali;
  • bonus babysitter;
  • buoni per l’acquisto di libri di testo;
  • vacanze e soggiorni in famiglia;
  • borse di studio. 

Grazie a soluzioni complete di welfare aziendale, come il Welfare Coverflex, è possibile implementare in pochi gesti uno schema variegato di benefit. Alleggerire il carico delle famiglie permette di migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro, rendendo più piacevole l’ambiente lavorativo e migliorando la produttività.

Assegno di maternità

Come abbiamo visto, il Bonus Bebè è stato rimpiazzato dall’Assegno Unico Universale. Tuttavia, c’è un altro bonus che non è stato inglobato da questa nuova soluzione: si tratta dell’Assegno di Maternità di Base, chiamato anche Assegno di Maternità dei Comuni

Questa forma di aiuto alle famiglie è rivolta a tutte le madri che non possono accedere ad altre modalità di sostegno, ad esempio l’indennità di maternità dell’INPS. Sebbene venga erogata proprio dall’INPS, viene però concessa dai Comuni. 

La domanda deve essere presentata al Comune in cui si risiede insieme alla Dichiarazione sostitutiva in merito al proprio nucleo familiare e all’autocertificazione in cui si dichiara di non essere percettori di altri bonus maternità e di rispettare pienamente i requisiti richiesti.

Chi ha diritto all’Assegno di Maternità

In base alla circolare INPS dell’8 marzo 2023, l’Assegno di Maternità di Base corrisposto mensilmente in caso di nuove nascite, affidamenti preadottivi e adozioni avvenuti durante tutto il 2023 ammonta a 383,46 euro per cinque mesi (il totale è di 1.917,30 euro).

La circolare dell’INPS specifica però un altro parametro importante per accedere all’Assegno di Maternità: l’ISEE del nucleo familiare richiedente non deve infatti superare la soglia di 19.185,13 euro. In aggiunta, bisogna anche:

  • risiedere nel Comune che concede l’Assegno;
  • convivere con il figlio per cui si è richiesto l’Assegno;
  • essere cittadine italiane o avere un permesso di soggiorno regolare.

Si tratta dunque di una forma di tutela in più per le famiglie e in particolare per le madri. La possibilità di accedere ad altri benefit aziendali può contribuire a facilitare ulteriormente la gestione della propria famiglia, piccola o grande che sia.

Bonus asilo nido 2024

Nel 2024 il "bonus asili nido" verrà potenziato: il contributo sarà più consistente per i nuclei familiari con un minore sotto i 10 anni e con un ISEE fino a 40.000 euro, nel caso in cui nasca un nuovo bambino a partire dal primo gennaio. A partire dall'anno prossimo, ci saranno 2.100 euro aggiuntivi, che porteranno il beneficio massimo a 3.600 euro, rispetto agli attuali 3.000 euro.

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Domande frequenti sul Bonus Bebè

Hai ancora qualche dubbio sul Bonus Bebè 2024, ossia l'Assegno Unico Universale? Ecco un riassunto di alcune delle domande più ricorrenti, che speriamo possa esserti utile per fare chiarezza.

Che cos’è il Bonus Bebè?

Il Bonus Bebè o "assegno di natalità" è un sostegno economico mensile destinato alle famiglie che hanno avuto, adottato o in affidamento preadottivo figli nel 2021 (e nel 2020 fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare per adozioni e affidamenti preadottivi). A partire da marzo 2022, non esiste più come bonus a sé stante: ora fa parte dell’Assegno Unico Universale, creato per semplificare le procedure di assistenza alle famiglie.

Quanto dura il Bonus Bebè?

Dal punto di vista della durata, l’Assegno Unico Universale conserva gli stessi limiti previsti per il precedente Bonus Bebè. Può essere percepito fino al 21° anno di età di ogni figlio e viene erogato ogni mese.

Come e quando richiedere il Bonus Bebè?

Attualmente non è più possibile richiedere il Bonus Bebè 2024, ma si può presentare domanda per l’Assegno Unico Universale all’INPS secondo le scadenze previste (per il 2023 era il 30 giugno 2023). La richiesta deve essere inoltrata una sola volta all’anno:

  • online, sul portale INPS, usando le proprie credenziali o lo SPID;
  • al telefono, tramite il contact center INPS, contattabile al numero 803 164 o allo 06 164 164;
  • fisicamente, presso gli istituti di patronato e CAF interessati.

Bonus Bebè: a chi spetta?

Il Bonus Bebè 2024 non è più disponibile. L'iniziativa era riservata a coloro che avevano avuto un figlio entro il 31 dicembre 2021 e durava solo il primo anno di vita del bambino. Per ottenerlo, la famiglia avrebbe dovuto dimostrare un ISEE fino a 25.000 euro e non superiore. Inoltre, era richiesta la cittadinanza europea o un permesso di soggiorno valido in Italia, una residenza stabile con i figli e la richiesta di bonus bebè entro 90 giorni dalla nascita o dall'adozione.

Per l'Assegno Unico Universale, è necessaria la cittadinanza europea o un permesso di soggiorno valido in Italia e almeno due anni di residenza in Italia o un contratto di lavoro a tempo determinato o in vigore da almeno sei mesi.

A quanto ammonta il Bonus Bebè?

L’Assegno Unico Universale, che come abbiamo detto sostituisce il Bonus Bebè 2024 e altre iniziative assimilabili, varia in base all’ISEE della famiglia richiedente. In linea generale si va da un minimo di 50 euro per ogni figlio, in caso di ISEE superiore a 40.000 euro, a un massimo di 175 euro al mese per ogni figlio nel caso di reddito inferiore a 15.000 euro.

La Legge di Bilancio 2023 ha poi previsto ulteriori somme per le seguenti categorie: famiglie numerose; mamme di età inferiore a 21 anni; figli disabili; famiglie in cui entrambi i genitori lavorano.

Bonus Bebè e Assegno di Maternità sono la stessa cosa?

No: il bonus bebè è stato rimpiazzato dall’Assegno Unico Universale, che ingloba a sua volta anche l’Assegno di Maternità di Base, chiamato anche Assegno di Maternità dei Comuni. Questa forma di aiuto alle famiglie è rivolta a tutte le madri che non possono accedere ad altre modalità di sostegno, ad esempio l’indennità di maternità dell’INPS. Sebbene venga erogata proprio dall’INPS, viene però concessa dai Comuni.

A chi spetta l’Assegno di Maternità?

L'Assegno di Maternità di Base viene corrisposto mensilmente in caso di nuove nascite, affidamenti pre-adottivi e adozioni avvenuti durante tutto il 2023. Il suo valore ammonta a 383,46 euro per cinque mesi (il totale è di 1.917,30 euro). La circolare dell’INPS specifica un altro parametro importante per accedere all’Assegno di Maternità: l’ISEE del nucleo familiare richiedente non deve infatti superare la soglia di 19.185,13 euro.

In aggiunta, bisogna anche risiedere nel Comune che concede l’Assegno, convivere con il figlio per cui si è richiesto l’Assegno ed essere cittadine italiane o avere un permesso di soggiorno regolare.

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