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'incertezza economica e i timori per il futuro stanno spingendo sempre più persone a farsi una domanda: cosa posso fare concretamente per assicurarmi un domani più sereno? Una risposta a questo dubbio può arrivare dal fondo pensione. Ma come funziona? E chi può aprirlo?

Scopri nel nostro articolo perché dovresti considerare questo strumento extra, una sorta di “salvagente” aggiuntivo rispetto alla normale pensione. Leggi quali sono le varie tipologie, che vantaggi offre dal punto di vista fiscale e come riscattare il capitale.

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Fondo pensione: come funziona e perché è importante

In un momento storico in cui andare in pensione può sembrare un miraggio, sia per la questione dell’età pensionabile sia per l’ammontare previsto, vale la pena considerare tutte le altre variabili. Ed è proprio qui che entrano in gioco i fondi pensione, una forma di previdenza complementare grazie a cui integrare la propria quota di pensione obbligatoria. 

Per capire come funziona un fondo pensione, prima di tutto dobbiamo specificare chi ne ha diritto. La buona notizia è che chiunque può accedervi, dipendenti, liberi professionisti e in alcuni casi anche disoccupati. Una volta stipulato il contratto, il contribuente privato versa una somma che viene reinvestita in varie modalità:

  • azioni;
  • obbligazioni;
  • titoli di stato;
  • fondi comuni d’investimento.

Nel fondo pensione si possono conferire il TFR e anche ulteriori contributi, sia a carico del contribuente sia del datore di lavoro. La persona che sceglie di sottoscrivere un fondo pensione potrà poi optare per una rendita vitalizia o per il riscatto parziale o totale di tutto il montante maturato.

Il piano del fondo pensione non ha una durata prestabilita, visto che viene stipulato in momenti diversi della vita e che prevede di selezionare differenti modalità per il riscatto della somma. Ad esempio, si può fermare il capitale investito per 10 anni, così come per 20, 30 o più.

Trattandosi di un investimento a lungo termine, può avere diversi livelli di rischio, secondo le proprie prospettive personali. Ad esempio, per contenere i rischi e proteggere il capitale, i fondi pensione possono diversificare gli investimenti. Va però detto che sui fondi pensione vigila il COVIP (Commissione di Vigilanza sui fondi Pensione), il cui scopo è quello di assicurarsi che tutto venga svolto correttamente.

Nel nostro Paese sono presenti tre tipologie di previdenza integrativa

  • fondo pensione chiuso;
  • piano individuale pensionistico (PIP);
  • fondo pensione aperto.

Il fondo pensione chiuso dipende dalla contrattazione collettiva aziendale o nazionale e dagli accordi con i sindacati, oltre che dalla Regione in cui si abita e dalla categoria professionale. Il PIP si basa invece su una forma di contrattazione individuale stipulabile esclusivamente presso una compagnia di assicurazione. Il fondo pensione aperto, infine, merita un approfondimento a parte.

Cos’è un fondo pensione aperto

Come funziona il fondo pensione aperto e perché è diverso dalle altre opzioni precedentemente elencate? Come suggerisce il nome, chiunque può aprirne uno, chi lavora e anche chi non lavora, in forma individuale o collettiva (ma con il contributo del datore di lavoro). 

In più, può essere sottoscritto in un istituto bancario, in un’agenzia assicurativa, ma anche presso società di gestione del risparmio o di intermediazione mobiliare. Le quote versate vanno poi a costituire un patrimonio separato rispetto a quello della società con cui si è scelto di aprire il piano pensionistico.

Fondo pensione: quali sono i vantaggi?

Ci sono tanti buoni motivi per aderire a un fondo pensione. Il primo, e forse anche il più ovvio, è la possibilità di sentirsi più sicuri per il proprio domani. Considerando che la pensione obbligatoria rappresenta solo una quota dello stipendio, che mediamente va dal 55% all’80% della retribuzione mensile, uno strumento di previdenza complementare aggiuntiva consente di vivere con serenità la terza fase della propria vita.

Ci sono inoltre dei vantaggi fiscali, a partire dalla deducibilità del fondo pensione rispetto ad altre tipologie di investimento. In più, come vedremo in seguito, anche la tassazione è agevolata rispetto ai TFR. 

Considerata la gestione professionale e specializzata dei fondi pensione, così come la vigilanza prevista dal COVIP, il contribuente può contare sul fatto che il suo capitale sia protetto da eventuali rischi o fallimenti, dato che il patrimonio è separato da quello della società di gestione.

Quando conviene aprire un fondo pensione

La risposta breve è: prima è, meglio è. Come abbiamo visto, prevedere un piano a lungo termine offre una convenienza fiscale relativa al riscatto, che è soggetto a una tassazione agevolata sulla base della durata di sottoscrizione. In più, sarà anche possibile incrementare il rendimento delle somme versate, migliorando le proprie prospettive di guadagno e quindi il patrimonio finale.

Riscatto fondo pensione: come prendere i soldi?

Dopo aver capito di cosa si tratta e i vantaggi offerti, vediamo come funziona un fondo pensione dal punto di vista della riscossione. La prima cosa da sapere è che le strade percorribili sono sostanzialmente due: l’anticipo e il riscatto.

Chi sceglie di accedere anticipatamente al capitale di norma lo fa per tre motivi: per spese relative a una situazione grave che riguarda la propria salute, per acquistare e ristrutturare casa oppure per altri motivi personali. Nel primo caso l’anticipo può essere richiesto in qualsiasi momento, ricevendo però solo il 75% di tutto il capitale. Nella seconda e nella terza ipotesi, invece, l’anticipo può essere richiesto dopo almeno 8 anni ed è possibile riscuotere rispettivamente il 75% e il 30% del capitale. 

Il riscatto del fondo pensione consiste nella richiesta di accedere parzialmente o totalmente al montante accumulato. Anche in questo caso, ci sono diverse variabili da considerare.

  • Disoccupazione da 12 a 48 mesi, mobilità o CIG: il riscatto può essere del 50% sul capitale maturato.
  • Invalidità permanente: il riscatto può essere totale
  • Disoccupazione oltre 48 mesi: il riscatto può essere totale.
  • Morte del sottoscrivente prima della maturazione della pensione: gli eredi possono richiedere il riscatto totale. 

TFR nel fondo pensione: come fare

Come abbiamo visto precedentemente, è possibile destinare il proprio TFR al fondo pensione. Il trattamento di fine rapporto, ovvero la percentuale dello stipendio lordo che il datore di lavoro accantona per ogni dipendente, di norma viene corrisposto alla fine del contratto lavorativo. In questo modo, la somma trattenuta resta in azienda.

Il dipendente può però richiedere al datore di lavoro di versarlo automaticamente nel piano pensionistico complementare attraverso un apposito modulo. Inoltre, normalmente si può conferire anche il TFR maturato prima della sottoscrizione del fondo pensione.

Perché versare il TFR nel fondo pensione? Sicuramente per ottimizzare la fiscalità: il TFR è soggetto alle aliquote IRPEF, che possono arrivare fino al 43%, mentre come vedremo a breve la tassazione della previdenza complementare è agevolata.

Tassazione e deducibilità del fondo pensione

Negli ultimi anni, le normative relative alle soluzioni di previdenza complementare sono state riviste e riformulate, a vantaggio del contribuente. Dal 2007, chi sceglie un fondo pensione può:

  • dedurre i contributi nella dichiarazione dei redditi fino a 5.164,57 euro all’anno;
  • risparmiare sulle tasse applicate ai rendimenti maturati, con titoli di Stato tassati al 12,5% e il resto al 20%, contro il 26% delle altre soluzioni finanziarie;
  • risparmiare sul riscatto del fondo pensione, che normalmente è soggetto alla ritenuta del 15%, con una riduzione dello 0,30% per ogni anno di durata del fondo pensione, fino all’aliquota minima del 9%.

Riforma fiscale fondi pensione: le novità

La riforma fiscale 2023, tuttora in divenire, potrebbe includere novità favorevoli anche per quanto riguarda i fondi pensione. Al di là della revisione del sistema tributario di cui tanto abbiamo sentito parlare, il MEF avrebbe intenzione di attuare misure che possano agevolare le soluzioni di previdenza complementare. 

In particolare, potrebbe essere rivista al rialzo la soglia di deducibilità, che oggi è fissata a 5.164,57 euro all’anno. Dovremo però attendere ancora alcuni mesi per sapere quali effetti reali avrà la riforma fiscale sui fondi pensione.

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