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ai più senza benefit aziendali: i dipendenti li amano e sempre più imprese hanno ormai compreso che sono uno strumento essenziale per crescere. Tuttavia, spesso si fa confusione tra fringe, welfare e buoni pasto, rischiando così di non coglierne tutti i benefici. Se vuoi ottimizzare la fiscalità e attirare talenti nella tua azienda, scopri nel nostro articolo quali sono le differenze.

In primis, vediamo cosa sono i buoni pasto, il benefit più longevo in Italia e non solo, per poi approfondire i fringe benefit e il welfare aziendale. Per orientarti in questo campo, abbiamo realizzato una tabella di confronto, insieme a qualche suggerimento utile per trovare il giusto mix da erogare al tuo personale.

Cosa sono i buoni pasto?

Partiamo dal benefit che quasi tutti conoscono, ovvero i buoni pasto. Diffusi in Italia da ben oltre mezzo secolo, sono dei voucher forniti dall’azienda ai dipendenti per pranzare, fare la spesa al supermercato oppure ordinare online cibi e bevande non alcoliche. Questo strumento, che si è evoluto nel tempo fino a diventare una soluzione completamente digitale, permette di gratificare il personale in modo immediato e tangibile.

Un tempo utilizzati solo dalle multinazionali, oggi hanno preso piede anche tra PMI, startup e liberi professionisti con partita IVA. I buoni pasto possono essere concessi liberamente a qualsiasi collaboratore o collaboratrice, persino a chi lavora in smart working e part-time. Perché offrono un vantaggio alle imprese? Semplice: sono fiscalmente convenienti. 

Oltre a non concorrere alla formazione del reddito dipendente, come stabilito dall’articolo 51 del TUIR, i buoni digitali sono interamente deducibili e detraibili fino a 8 euro al giorno (per i buoni cartacei la soglia scende a 4 euro). In più, sui buoni pasto viene applicata l’IVA al 4%, che è totalmente detraibile.

Cosa sono i fringe benefit?

Sebbene tecnicamente anche i buoni pasto siano dei fringe benefit, questa categoria è soggetta a un trattamento fiscale differente. Ma di cosa si tratta? L’espressione fringe benefit può essere tradotta come vantaggi marginali, ovvero quei beni e servizi che le aziende erogano allo staff come forma di retribuzione aggiuntiva. Questi compensi in natura, che vanno ad aggiungersi al normale stipendio, possono essere ad esempio:

  • Buoni shopping
  • Buoni carburante
  • Telefono e altri device aziendali
  • Auto aziendale

I fringe benefit possono essere erogati volontariamente anche a singoli collaboratori. Questo perché, a meno che non sia espressamente previsto da un accordo collettivo o dal regolamento interno, sta all’azienda decidere se concederli oppure no. I vantaggi offerti, però, rappresentano un incoraggiamento ad adottarli.

In base all’articolo 95, comma 1, del TUIR, sono infatti interamente deducibili dal reddito, a patto che si rispettino le soglie annuali indicate dalla Legge. I limiti di esenzione 2025 sono di 1.000 euro per tutti i dipendenti e di 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico (inclusi tutti i figli legalmente riconosciuti, adottivi o affidati).

Cos’è il welfare aziendale?

Terminiamo il nostro excursus sui benefit parlando di welfare aziendale (per cui talvolta si usa anche l’espressione flexible benefit). Welfare significa “benessere”, con un particolare riferimento alla collettività. Ed è proprio di questo che si tratta: una forma di retribuzione complementare concessa a tutti i dipendenti, senza distinzioni, che punta a migliorare l’equilibrio tra vita e lavoro. Per fare qualche esempio, parliamo di:

  • Assistenza sanitaria integrativa
  • Asili nido
  • Abbonamenti ai mezzi
  • Corsi professionali
  • Ingressi ai teatri

Considerato l’elevato valore sociale del welfare aziendale, il Legislatore ha scelto di renderli sempre esentasse. Questa è anche la grande differenza con i fringe benefit o i buoni pasto, che sono soggetti a determinate soglie di esenzione. Sempre più CCNL stanno inoltre inserendo il welfare aziendale come elemento obbligatorio della contrattazione (questo è il caso, ad esempio, dei metalmeccanici). Per non incorrere in sanzioni, le aziende possono erogare i pacchetti di benefit tramite le apposite piattaforme dedicate, come Coverflex, che permettono di combinare tra di loro tutti i diversi benefit.

Come combinarli in modo strategico

Come abbiamo visto, ogni categoria di benefit presenta una logica fiscale differente. Abbiamo un tetto massimo di esenzione per buoni pasto e fringe benefit, mentre il welfare aziendale è sempre esentasse. Questo non significa però escluderne uno in favore di un altro: come molti altri aspetti della gestione aziendale, serve un giusto equilibrio.

Come regola d’oro, ti suggeriamo di integrarli in un piano benefit ben strutturato, a seconda delle tue esigenze. Per fare un esempio, potresti concedere:

  • Buoni pasto a tutti i dipendenti
  • Welfare sanitario a tutti i dipendenti 
  • Fringe benefit solo a una categoria, ad esempio i manager

Questa suddivisione permette di sfruttare al massimo i vantaggi fiscali, al contempo fidelizzando il personale e aumentando la soddisfazione. L’approccio misto è sempre quello vincente proprio perché si basa sulle esigenze specifiche di ogni azienda. Per questo, al momento della scelta di un fornitore di benefit assicurati di scegliere un’opzione che ti permetta di selezionare la tipologia e l’importo.

Coverflex e la gestione dei benefit aziendali

Ora che conosci le differenze tra fringe benefit, welfare aziendale e buoni pasto, inizia a ottimizzare la tua attività. Coverflex All-in-one permette alle aziende di gestire in modo semplice e flessibile tutti e tre i tipi di benefit, accontentando tutte le parti coinvolte. Ad esempio, sai che puoi personalizzare il pacchetto di beni e servizi? Dalle piccole imprese ai grandi colossi, tutti possono alzare l’asticella. 

Oltre a una soluzione realmente innovativa e 100% digitale, Coverflex ti offre un’app e una dashboard intuitive, abbinate a comode voucher card da assegnare allo staff. Iscriviti in pochi clic per offrire più valore ai tuoi collaboratori e risparmiare. Potrai così perfezionare la gestione, semplificando l’erogazione dei benefit.

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