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er iniziare un’attività in proprio di tipo continuativo è essenziale aprire la Partita IVA. Si tratta del primissimo passo da compiere, ovviamente dopo aver trovato l’idea giusta per il business che si desidera lanciare, e per questo è fondamentale sapere cos’è.

Nella nostra guida ti spieghiamo come funziona e quanto costa aprire una Partita IVA, insieme a tutte le altre informazioni importanti. Scopri inoltre quali sono le diverse tipologie, tra cui quella per libero professionista o ditta individuale, e come ottimizzare la fiscalità.

Cos’è e come funziona la Partita IVA

Partiamo dalla prima cosa da sapere: che cos’è la Partita IVA (o, semplicemente, P.IVA)? In poche parole, è un codice formato da 11 cifre che permette di identificare in modo univoco un soggetto che esercita un’attività (commerciale, agricola, artistica o professionale) in modo abituale e rilevante ai fini dell’imposizione fiscale, oltre a tracciare le relative transazioni. 

Il numero è assegnato dall’Agenzia delle Entrate, presso l’ufficio a cui viene richiesto. La sequenza è composta da queste parti:

  • sigla della nazione (IT per l’Italia);
  • numero di matricola assegnato dall’ufficio provinciale, rappresentato dalle prime sette cifre;
  • codice ISTAT della provincia, per le cifre dall’ottava alla decima;
  • codice di controllo, dato dall’ultima cifra.

La Partita IVA serve dunque all’Erario per una corretta identificazione dell’attività, ma anche al soggetto a cui è stata assegnata per emettere fattura. Da qualche anno esiste poi la Partita IVA comunitaria, pensata per facilitare gli scambi all’interno dell’Europa. Per ottenere questa dicitura è necessario iscrivere la propria P.IVA nel circuito VIES.

Come funziona la P.IVA

L’apertura della Partita IVA deve essere necessariamente preceduta da una pianificazione di come si intende posizionare e orientare la propria attività. Per farlo bisogna decidere la forma giuridica e il regime fiscale, da cui dipendono imposte, contributi e qualsiasi altra spesa contabile.

In Italia le forme giuridiche contemplate sono:

  • lavoratori autonomi e liberi professionisti;
  • ditta individuale;
  • società di persone;
  • società di capitali;
  • cooperativa.

Dal punto di vista dei regimi, abbiamo invece:

  • Partita IVA ordinaria, con tassazione IRPEF basata su scaglioni e una gestione contabile più elaborata, tipica delle società di persone e di capitali;
  • Partita IVA semplificata, con una semplificazione degli obblighi contabili rispetto a quella ordinaria, ma con la stessa imposizione fiscale;
  • Partita IVA forfettaria, con imposta sostitutiva al 5% per i primi cinque anni e al 15% dal sesto in poi, ma solo per chi fattura meno di 85.000 euro all’anno.

In ultimo, bisogna individuare il corretto codice ATECO per la propria Partita IVA, in base al settore a cui si appartiene, e iscriversi alla cassa di riferimento per versare i contributi (INPS o altre casse previdenziali professionali).

Partita IVA e lavoro dipendente possono coesistere?

Sì, in generale è possibile aprire la Partita IVA se si ha già un lavoro come dipendente. Facciamo un esempio pratico: prendiamo il caso di un’impiegata contabile con contratto a tempo indeterminato che desideri tentare di avviare un e-commerce per vendere delle ceramiche da lei prodotte. Può conservare il posto fisso e iniziare l’attività in proprio, a patto che le due professioni non entrino in concorrenza o che non sia espressamente vietato dal contratto.

Come aprire una Partita IVA

I requisiti per aprire la Partita IVA sono aver compiuto la maggiore età ed essere residenti in Italia. In più, per alcune professioni è necessario possedere una qualifica o un’abilitazione: ad esempio per lavorare come architetto è obbligatorio dimostrare di essere laureati in Architettura o Ingegneria edile e aver superato l’Esame di Stato.

La procedura di apertura della P.IVA  è piuttosto rapida e semplice, tanto che in molti casi lo si può fare da soli. In alternativa, ci si può rivolgere al proprio commercialista o al CAF. In pratica si deve:

  • compilare il modello AA9/12 (per autonomi, liberi professionisti o ditte individuali) o AA7/10 (per tutti gli altri soggetti), ovvero la dichiarazione di inizio attività;
  • presentare il modello compilato all’Agenzia delle Entrate, insieme ai documenti identificativi, entro 30 giorni dalla data di inizio della propria attività.

Le società e le ditte individuali devono inoltre iscriversi nel Registro delle Imprese o nel Registro delle notizie economiche e amministrative (Rea) in Camera di Commercio presentando la Comunicazione Unica (modello ComUnica). Se richiesto, potrebbe poi essere necessario anche presentare la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) e iscriversi all’INAIL.

I costi di una Partita IVA

Di per sé, l’apertura della Partita IVA è gratuita, a patto che si faccia tutto da soli senza l’aiuto di uno studio commercialista o dal CAF. Va però detto che questo è valido per autonomi e liberi professionisti, mentre per tutti gli altri soggetti sono previsti passaggi in più e quindi ulteriori spese, che in linea generale possiamo quantificare da 300 ai 1.000 euro circa.

Per quanto riguarda il mantenimento, le tasse per le Partita IVA variano a seconda del regime fiscale e giuridico scelto. Se per il regime forfettario è esclusa l’IVA e si paga l’imposta sostitutiva (insieme ai contributi previdenziali, sempre obbligatori), nel regime ordinario e semplificato bisogna considerare:

  • IVA da applicare in fattura;
  • IRPEF in base agli scaglioni di reddito;
  • IRES per il reddito della società, pari al 24%;
  • IRAP, stabilita dalla propria Regione.

Bonus P.IVA 2024

Hai aperto la Partita IVA, ma gli affari hanno subito un brusco calo da un anno all’altro? Puoi richiedere il Bonus Partita IVA 2024 da 800 euro. Varata dalla Legge di Bilancio 2021, questa misura è rivolta ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS con queste caratteristiche:

  • hanno aperto la Partita IVA attiva da almeno quattro anni;
  • hanno registrato un reddito inferiore a 12.000 euro nell’anno precedente alla domanda;
  • hanno subito un calo del fatturato pari al 50% della media degli ultimi tre anni.

Come chiudere una Partita IVA

Se l’attività non funziona come auspicato, si può procedere con la chiusura della Partita IVA. Così come per l’apertura, la procedura è molto semplice. Tutto quello che devi fare è compilare l’apposito modulo fornito dall’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dal termine dell’attività. Importante: la Partita IVA viene comunque chiusa dopo tre anni di inattività continuativa.

Differenza tra Partita IVA individuale e ditta individuale

Sebbene queste due definizioni giuridiche vengano spesso confuse, Partita IVA individuale e ditta individuale non sono la stessa cosa. Scegliere tra una e l’altra è però molto intuitivo, visto che si tratta di due percorsi molto diversi. Ricordiamo poi che la ditta individuale prevede l’obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese.

Libero professionista o ditta individuale?

In sintesi, chi apre la Partita IVA individuale come libero professionista svolge da solo un’attività di contenuto intellettuale, come nel caso di avvocati, medici, veterinari e ingegneri. 

Le ditte individuali sono invece attività economiche svolte da una sola figura imprenditoriale al fine di produrre o scambiare beni e servizi, come nel caso di commercianti e artigiani. Può trattarsi di parrucchieri, idraulici, negozianti, ambulanti e così via.

Cosa cambia tra ditta e impresa individuale?

Un’altra comune fonte di confusione è data anche da queste due definizioni. La ditta individuale, infatti, è la forma giuridica dell’attività. L’impresa individuale indica invece l’attività svolta da un singolo imprenditore.

Buoni pasto per Partita IVA: come funzionano?

Forse non tutti sanno che si possono usare i buoni pasto per la Partita IVA. Ditte individuali, lavoratori autonomi e liberi professionisti in regime ordinario possono infatti usare i meal voucher, sfruttando la deducibilità al 75% e con una detrazione IVA del 10% fino a un importo massimo pari al 2% del fatturato totale. 

Per potenziare il vantaggio è bene scegliere un provider all’avanguardia e affidabile. Ad esempio, la soluzione Coverflex per buoni pasto è attivabile in pochi click direttamente sul sito, con un grande risparmio di burocrazia, e gestibile attraverso la app abbinata. E, all’occorrenza, si può ricaricare il credito in completa autonomia. 

Grazie alla Coverflex Voucher Card, che fa parte del circuito VISA, sarà poi possibile spendere il credito in uno dei tanti supermercati, locali, ristoranti, servizi di delivery e bar convenzionati. Il network al momento comprende 100.000 partner e l’elenco è in costante crescita.

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