uando i tuoi dipendenti sono soddisfatti, la tua azienda ci guadagna. E tra gli strumenti che possono aiutarti a creare un clima lavorativo più sereno, ci sono i buoni pasto. Oltre a essere una forma di gratificazione immediata, offrono vantaggi fiscali e pratici alle imprese, a patto che si scelga una formula innovativa per erogarli. Se stai valutando la scelta del fornitore di buoni pasto, prenditi un attimo di tempo per approfondire l’argomento.
Dato che sempre più attività puntano su questo benefit, le opzioni a disposizione si sono moltiplicate (spoiler: no, non sono tutte uguali). Il nostro articolo ti offre una lista di domande utili da porti per capire veramente come funzionano i buoni pasto, pensata per guidarti fino alla decisione finale. Una volta completata la lettura, potrai scegliere ciò che risponde meglio alle tue esigenze.
Le 7 domande fondamentali
Non è certo un mistero: i benefit sono diventati parte integrante dei rapporti lavorativi tra aziende e dipendenti. Mentre prima venivano concessi quasi esclusivamente dalle multinazionali, negli ultimi anni anche le piccole imprese e le startup hanno iniziato a coglierne tutti i benefici. Cresce la domanda, quindi, e cresce l’offerta: ma come scegliere il fornitore di buoni pasto migliore tra tanti?
Se sei titolare di un’azienda, manager o responsabile del team HR, la prima cosa da fare è valutare tutti i pro e contro. Per aiutarti, abbiamo raccolto le 7 domande chiave su cui dovresti riflettere, ovviamente accompagnate dalle risposte che possono supportare le tue considerazioni.
1. Qual è il formato dei buoni pasto (cartacei o digitali)?
C’era una volta il caro vecchio buono pasto in formato assegno, che veniva strappato dal blocchetto e consegnato al bar o al supermercato. C’era e c’è ancora, ma gli anni passano e oggi il classico formato cartaceo è stato affiancato dai più moderni buoni pasto digitali. Non si tratta solo di forma, ma anche di sostanza, visto che il Legislatore ha scelto di valorizzare le soluzioni più innovative. Come? Semplice:
- I buoni pasto cartacei sono interamente deducibili e detraibili fino a 4,00 € al giorno.
- I buoni digitali sono interamente deducibili e detraibili fino a 8,00 € al giorno.
Perché questa differenza? È presto spiegato: i buoni pasto cartacei si possono perdere facilmente, possono essere rubati, ceduti o persino venduti. Al contrario, i buoni pasto digitali sono più controllabili e quindi più sicuri. Non sorprende, quindi, che il mercato stia puntando tutto sulle formule digital first, che migliorano positivamente l’esperienza dei dipendenti e delle aziende stesse.
2. Quanto è ampia la rete di esercizi convenzionati?
La scelta del fornitore di buoni pasto dovrebbe prendere in considerazione anche la copertura geografica, ovvero la disponibilità di partnership con esercenti su tutto il territorio italiano. Ci hai pensato? Non ha senso offrire i meal voucher se poi i tuoi collaboratori non possono spenderli dove desiderano. Questo potrebbe portare persino a un mancato utilizzo del buono: in pratica, ci perde il personale, ma anche la tua azienda.
Un voucher non accettato è dunque un’occasione sprecata per migliorare la soddisfazione dei dipendenti e la fidelizzazione. Quindi, prima di scegliere il fornitore di buoni pasto verifica dove li accettano e che la rete di convenzioni sia effettivamente diffusa e variegata. In più, la soluzione dovrebbe mettere a disposizione anche una app per la geolocalizzazione di bar, ristoranti, negozi e supermercati convenzionati.
3. Il servizio è semplice da usare e gestire?
Dietro ogni buono pasto c’è un mondo, letteralmente. Molto è cambiato, e ora non stiamo più parlando solo del formato cartaceo o digitale. Le migliori soluzioni per buoni pasto devono garantire un’eccellente esperienza per ogni dipendente e per il team HR, che gestisce tutto (ecco perché le piattaforme welfare tradizionali non funzionano più). Come? Attraverso strumenti all’avanguardia, come piattaforme digitali, dashboard semplici da usare e app abbinate.
Considera inoltre i tempi di attivazione e gestione. Idealmente, l’iscrizione dovrebbe essere rapida, senza troppa burocrazia e semplificata, con la possibilità di accedere all’assistenza dedicata, se necessario. E, una volta completata la procedura, tutto il mantenimento dovrebbe filare liscio come l’olio.
4. Ci sono costi nascosti o commissioni extra?
Molti fornitori di buoni pasto propongono ottimi piani di benefit, che presentano però qualche insidia dal punto di vista dei costi nascosti. Prima di decidere, assicurati che non ci siano fee di gestione, spese di spedizione e commissioni non correttamente segnalate in fase contrattuale.
La trasparenza dell’offerta dovrebbe essere una garanzia, ma ti consigliamo di prendere le giuste misure per evitare di superare il tuo budget di spesa. Ad esempio, insieme al preventivo dovresti chiedere alla società che emette i buoni pasto di specificare qualsiasi costo aggiuntivo. A proposito, è stata appena varata una legge che limita le commissioni al 5%: si tratta di una buona notizia, ma c’è anche chi ti offre zero commissioni fin dall’inizio, come Coverflex.
5. È una soluzione adatta anche al lavoro da remoto o ai team ibridi?
Il mondo del lavoro sta cambiando e richiede una certa adattabilità alle aziende. Lo stesso vale per i buoni pasto, che devono garantire la giusta flessibilità d’uso. In pratica, devono offrire lo stesso valore a qualunque dipendente, sia che lavori in presenza oppure in smart working.
I migliori fornitori di buoni pasto dovrebbero quindi assicurare una copertura nazionale del servizio, per assecondare gli spostamenti del tuo team. E per chi lavora in remoto, dovrebbe esserci la possibilità di utilizzare i voucher per il food delivery o in una vasta rete di supermercati.
6. Posso usarli anche per collaboratori o partite IVA?
La riposta è sì, a patto che si tratti di partita IVA regolare (non in regime forfettario, che prevede detrazioni a forfait). Secondo la normativa, i liberi professionisti possono infatti dedurre il 75% delle spese sostenute e detrarre tutta l’IVA al 10%, fino a un importo massimo pari al 2% del fatturato.
Valuta però le soluzioni che ti offrono un servizio su misura per le partite IVA, soprattutto maggiore flessibilità. Questo significa poter usare i buoni pasto dappertutto o quasi, utilizzando un’apposita card prepagata, con una gestione autonoma per controllare il saldo e ricaricare il credito in pochi clic. Ed è proprio quello che ti permette di fare la soluzione Coverflex.
7. Quanto è facile cambiare fornitore se la soluzione non mi soddisfa?
Siamo giunti all’ultima domanda, ma non è certo la meno importante. Cosa succede se ti accorgi di aver scelto il fornitore di buoni pasto non all’altezza delle tue aspettative? Questa è una considerazione da fare prima che ciò accada, ovvero quando stai per stipulare il contratto: controlla cosa prevede quello che stai per sottoscrivere, la durata dell’accordo, eventuali vincoli e le penali in caso di passaggio a un’altra società emettitrice.
Ad esempio, ti viene offerta l’assistenza durante la migrazione? Cambiare fornitore significa trasferire informazioni, abbonamenti, strumenti di pagamento e molto altro ancora. Assicurati di avere un supporto non solo quando scegli il tuo programma di buoni pasto, ma anche quando decidi di abbandonarlo.
Coverflex: buoni pasto moderni e flessibili
Stai valutando il tuo prossimo fornitore di buoni pasto? Scopri come Coverflex semplifica la gestione dei benefit, senza inutili complicazioni. Oltre a garantire un’ampia rete di partner per utilizzare i voucher, ti offre la Coverflex card da distribuire al tuo staff.
In pratica, si tratta di una carta prepagata del circuito VISA, facile da caricare e utilizzare. La soluzione per i buoni pasto è comoda, conveniente e trasparente, oltre che semplicissima da attivare. Scegli tu: puoi fare tutto in autonomia oppure farti aiutare dal nostro team.
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