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Parliamo di uno strumento importante, che nel nostro Paese esiste da svariati decenni, nato per sostenere la famiglia: gli assegni familiari. Nel corso del tempo le norme sono cambiate, ma hanno conservato la finalità primaria di questa prestazione economica. Scopri a chi spettano gli assegni familiari dell’INPS, le differenze con altre tipologie affini e come presentare domanda.
Gli assegni familiari (AF) sono stati istituiti nell’ordinamento italiano nel 1955 con lo scopo di garantire un sostegno economico alle famiglie dei lavoratori che hanno a carico uno o più figli. In particolare, gli assegni erano rivolti ai lavoratori che non avevano diritto all’assegno al nucleo familiare (ANF) un’altra forma di aiuto erogata dallo Stato alle famiglie più bisognose.
Parliamo al passato perché, a partire dal 1° marzo 2022 le prestazioni di ANF e di AF non fanno più riferimento ai nuclei familiari con figli e orfanili, che ora possono invece richiedere l’assegno unico universale (AUU). Sono invece riconosciute ai nuclei familiari formati solo da coniugi, ascendenti o altri parenti conviventi minori, studenti o che sono impossibilitati a lavorare.
Chiamato anche ANF, l’assegno al nucleo familiare appare per la prima volta nel 1988. Viene corrisposto dal datore di lavoro ai dipendenti e dall’INPS ai pensionati che hanno avuto un contratto come dipendenti. Come abbiamo visto, fino a pochi anni fa la somma erogata dipendeva dal numero di figli che componevano la famiglia ed era inversamente proporzionale rispetto al reddito complessivo. Oggi è rivolto ai nuclei familiari, ma non include i figli.
In vigore dal 2022, l’assegno unico e universale per i figli a carico (AUU) può essere assegnato a tutte le categorie di lavoratori, compresi autonomi e liberi professionisti, ai disoccupati e ai pensionati. L’importo viene concesso mensilmente per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili. Il calcolo della somma attribuita viene effettuato in base al proprio ISEE e tiene conto del numero di figli e della loro età. Tuttavia, è possibile richiederlo persino senza ISEE o con un ISEE alto: in questo caso si riceverà la somma minima.
Diversamente da ANF e AUU, gli assegni familiari spettano ad alcune categorie di lavoratori o pensionati residenti in Italia e al di sotto delle soglie massime di reddito. Si tratta di:
Gli assegni familiari spettano a ciascun:
Sono inoltre inclusi i familiari di cittadini stranieri residenti, a patto che esista una convenzione internazionale relativa ai trattamenti di famiglia.
Come anticipato, gli assegni familiari si possono richiedere solo all’INPS e in via telematica. La domanda può essere inoltrata tramite una di queste tre modalità:
Ma come funzionano e quando vengono pagati gli assegni familiari arretrati? Nel caso in cui la richiesta venga inoltrata in ritardo, sarà possibile ricevere gli arretrati solo per i cinque anni precedenti alla domanda.
A partire dal 1° gennaio 2024 è stata rimodulata la tabella degli assegni familiari. Sono infatti cambiati i limiti di reddito da considerare per la cessazione o riduzione degli assegni familiari e per le quote di maggiorazione della pensione, rivalutati come ogni anno in base al tasso di inflazione attuale.
La circolare INPS del 7 febbraio 2024 ha inoltre stabilito le soglie massime di reddito mensile al di sotto delle quali si può ricevere l’assegno familiare:
Per quanto riguarda la somma mensile corrisposta, si parla di:
Ricordiamo che l’INPS ha anche aggiornato gli importi dell’assegno unico universale 2024. Per via della rivalutazione annuale, si va da un minimo di 57 euro per chi non ha l’ISEE o ha un reddito superiore a 45.574,96 euro fino a un massimo di 199,40euro per ISEE fino a 17.090,61 euro.
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