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utti lo cercano, tutti lo vogliono: ma cosa si intende esattamente per taglio del cuneo fiscale? Da mesi se ne sente parlare costantemente, dando per scontato che tutti sappiano già di cosa si tratta e quali effetti possa avere sulla fiscalità del nostro Paese. Ma in realtà c’è ancora tanta confusione su questo argomento.

Oltre a essere uno dei pilastri dell’ultima Manovra (e non solo), questa misura incide direttamente su diverse categorie e potrebbe generare risultati di tipo macroeconomico a breve e lungo termine. Se vuoi saperne di più, scopri nella nostra guida cos’è il taglio del cuneo fiscale e come influisce sul calcolo degli stipendi.

Cos’è il cuneo fiscale?

Il cuneo fiscale è un indicatore espresso in percentuale che riflette il rapporto tra tutte le tasse applicate sul lavoro e il costo del lavoro totale. Per essere ancora più precisi, parliamo di imposte dirette, indirette e contributi previdenziali che spettano sia ai dipendenti sia alle aziende. 

Per fare un esempio pratico, considera la tua busta paga mensile. Se il tuo stipendio lordo ammonta a 2.400 euro e quello netto a 1.700 euro, allora l’imposizione fiscale ammonta a 700 euro. 

L’OCSE, che si occupa di monitorare lo sviluppo economico in Europa, condivide ogni anno la classifica dei Paesi in base al cuneo fiscale. L’ultima tabella, presentata nel 2023 con riferimento all’anno precedente, ha visto l’Italia al quinto posto con il 45,9% del costo del lavoro, contro la media europea del 34,6%.

Cosa significa tagliare il cuneo fiscale?

Ora che sappiamo cos’è, non ci resta che capire cosa si intende per taglio del cuneo fiscale, chiamato anche esonero contributivo. Detto in parole povere, è l’insieme di interventi grazie a cui è possibile ridurre le imposte per i dipendenti, aumentando così la retribuzione netta. Questo, abbinato a bonus fiscali e altre misure, può contribuire a migliorare il potere d’acquisto delle famiglie. 

Non rappresenta però una novità: gli ultimi governi si erano già occupati di contenere la tassazione del lavoro in Italia, senza però ottenere risultati significativi. In vent’anni il cuneo fiscale è infatti sceso solo di un punto percentuale.

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Taglio del cuneo fiscale: cosa prevede la Legge di Bilancio 2024

Il Governo Meloni ha messo in grande risalto il taglio del cuneo fiscale all’interno della Legge di Bilancio 2024. Si tratta dell’intervento più rilevante di quest’anno, per cui sono stati stanziati oltre dieci miliardi di euro. La prospettiva è di estendere ulteriormente la misura, a patto che si trovino i fondi necessari, e di renderla più incisiva grazie alla nuova IRPEF a tre scaglioni.

Secondo l’ultima Manovra, entrata ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2024, il taglio del cuneo viene applicato in percentuale sui contributi previdenziali, prendendo come riferimento due fasce di reddito, ovvero:

  • 6% per gli stipendi mensili fino a 2.692 euro;
  • 7% per gli stipendi mensili fino a 1.923 euro.

La circolare INPS n. 11 del 16 gennaio 2024 ha poi specificato ulteriormente l’applicazione. Il taglio deve essere calcolato su base mensile, al netto del rateo della tredicesima, e resterà in vigore fino al 31 dicembre 2024.

Chi beneficia del taglio del cuneo fiscale 2024

È sempre l’INPS a chiarirci chi siano i beneficiari del taglio del cuneo fiscale 2024. Possono ottenere una riduzione delle imposte tutti i dipendenti pubblici e privati, purché rispettino le soglie precedentemente elencate. Inoltre, rientrano nella platea anche coloro che svolgono un apprendistato. L’unica eccezione viene rappresentata dalle persone con rapporti di lavoro domestico, escluse dall’esonero.

Come cambia la busta paga

L’effetto del taglio del cuneo fiscale nella busta paga è presto spiegato. Nel primo caso, ovvero per gli stipendi lordi fino a 2.962 euro su base mensile, con la detrazione dei 6 punti di percentuale i contributi previdenziali dovuti all’INPS passeranno dal 9,19% al 3,19%. Nel secondo caso, quando la retribuzione lorda non supera i 1.923 euro, i contributi previdenziali scenderanno addirittura al 2,19%.

Come cambiano le pensioni

Per quanto riguarda i pensionati, non c’è un taglio del cuneo fiscale. Lo stesso vale anche per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. Tuttavia, chi riceve una pensione o lavora in proprio potrà comunque trarre vantaggio dalla nuova IRPEF, che è passata da quattro a tre scaglioni (i primi due sono stati accorpati).

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Staremo a vedere, nei prossimi mesi, quali saranno gli effetti concreti del taglio del cuneo fiscale, che è stato oggetto di critiche e perplessità da diversi esperti di economia. È però importante sottolineare che ci sono altri metodi per ridurre l’impatto delle tasse sul lavoro. 

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