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l mondo del welfare aziendale è in evoluzione e i buoni pasto, uno degli strumenti più diffusi in Italia, sta per subire un’importante modifica normativa. Nella bozza della Legge di Bilancio 2026 è previsto l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto in formato elettronico: dagli attuali 8€ al giorno si passerebbe a 10€ al giorno.

Per chi, come noi di Coverflex, si occupa di gestione di benefit e buoni pasto, è il momento giusto per analizzare cosa comporterebbe questo cambiamento per le aziende, per i dipendenti e per l’intero ecosistema.

Contesto attuale

Attualmente, in Italia, la disciplina dei buoni pasto per quanto riguarda l’esenzione fiscale prevede che:

  • per i buoni pasto cartacei, l’importo non tassabile sia fino a 4 € al giorno;
  • per i buoni pasto elettronici (o “ticket digitali”), il limite sia 8 € al giorno.

La ragione dietro la differenza di trattamento tra formato cartaceo ed elettronico è legata principalmente alla tracciabilità e al minor rischio di utilizzi elusivi del formato digitale.

In un contesto di elevata inflazione e aumento del costo del pasto fuori casa, molti operatori del settore e associazioni di categoria avevano segnalato come la soglia di 8 € risultasse ormai troppo bassa, se rapportata al costo di un pasto o della spesa al supermercato.

La novità nella bozza della Legge di Bilancio 2026

Ecco i punti principali che emergono dalla bozza della nuova Legge di Bilancio (ad oggi):

  • Per i buoni pasto elettronici, la soglia di esenzione fiscale passerebbe da 8 € a 10 € al giorno.
  • Per i buoni pasto cartacei, la soglia resterebbe invariata a 4 € al giorno.
  • Il testo in bozza inserisce la modifica nell’articolo 51 del TUIR, e viene indicato come entrata in vigore dal 1° gennaio 2026 se la legge sarà approvata con tale formulazione.
  • L’obiettivo dichiarato è sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e dare impulso ai consumi nella ristorazione, oltre a promuovere ulteriormente il formato elettronico per motivi di efficienza fiscale e tracciabilità.

Secondo l’Associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto (ANSEB), la decisione va incontro alle esigenze di aggiornamento legate all’inflazione e ai mutati costi della pausa pranzo.

   Accogliamo con favore l’intenzione annunciata dal Governo di rafforzare il valore del buono pasto. È una misura importante per il potere d’acquisto del ceto medio, la competitività delle imprese e il rilancio dei consumi.

Matteo Orlandini
Presidente ANSEB

Quali sarebbero gli impatti concreti?

L’aumento della soglia di esenzione fiscale a 10 € per i buoni pasto elettronici avrebbe effetti immediati su più fronti: dal potere d’acquisto dei lavoratori alla pianificazione dei costi per le imprese, fino all’impatto macroeconomico sui consumi. Analizziamo i principali scenari per ciascun attore coinvolto.

Per i dipendenti

Per chi utilizza quotidianamente i buoni pasto, la misura potrebbe tradursi in un vantaggio concreto in busta paga, senza modifiche nella retribuzione lorda.

Passando da 8 € a 10 €, se un lavoratore riceve il buono pasto tutti i giorni lavorativi (es. 22 giorni al mese) l’aumento teorico della soglia esentasse potrebbe tradursi in un beneficio netto annuo stimato tra circa 440 € (2 € × 22 giorni × 12 mesi) o, in altre stime, fino a 500 €.

Il valore “non tassato” per dipendente salirebbe da circa 1.760 € all’anno (8 € × 220 giorni) a circa 2.200 € (10 € × 220 giorni). Naturalmente, l’effettivo vantaggio dipende dal numero di giorni in cui il buono pasto viene riconosciuto.

Per le aziende

Per le imprese, la novità rappresenta un’opportunità per rafforzare i programmi di welfare e migliorare l’employee experience, senza aumentare il costo del lavoro in modo significativo.

Le aziende che erogano buoni pasto elettronici e rientrano nella disciplina di esenzione potranno offrire un valore maggiore “netto” ai propri lavoratori senza che questo si traduca immediatamente in reddito per il dipendente (e quindi senza oneri contributivi/tassazione su quella parte, entro soglia).

Dal punto di vista della gestione welfare, l’innalzamento della soglia rende lo strumento più “attrattivo” come benefit aziendale.

Per il settore della ristorazione e per i sistemi di buoni pasto

L’impatto non si ferma ai lavoratori e alle aziende: l’intera filiera della ristorazione e dei servizi legati ai buoni pasto potrebbe beneficiare di un aumento della spesa media e della frequenza di utilizzo. Un aumento della soglia significa potenzialmente maggior consumo tramite titolo buono pasto, con impatto positivo su bar, ristoranti, esercizi convenzionati.

Le stime citano un effetto moltiplicatore sull’economia: ad esempio, un effetto di aumento dei consumi tale da generare gettito IVA aggiuntivo stimato tra 170 e 200 milioni €.

Per gli emettitori e operatori tecnici del format digitale, la scelta di innalzare solo la soglia del formato elettronico è anche un segnale di spinta verso la digitalizzazione.

Ricordiamo che, per il momento, si tratta di una bozza della normativa: il testo non è ancora definitivo e potrebbero esserci modifiche prima dell’approvazione parlamentare.

Quali sono le criticità e i punti di attenzione?

Come ogni misura fiscale, anche l’aumento della soglia di esenzione presenta alcuni aspetti da valutare con attenzione. Se da un lato l’impatto positivo per lavoratori e imprese è evidente, dall’altro ci sono alcune criticità operative e normative che sarà importante monitorare fino all’approvazione definitiva della Legge di Bilancio. Ecco le principali:

  • Il limite per i buoni cartacei rimane 4 €: ciò può creare disparità tra lavoratori che ricevono ticket elettronici e quelli che ancora usufruiscono di buoni cartacei (es. aziende meno digitalizzate).
  • La misura è al momento bozza: fino all’approvazione della legge di bilancio e alla pubblicazione del testo definitivo, possono intervenire modifiche (tempi, soglia definitiva, ambito di applicazione).
  • Le condizioni per poter usufruire dell’esenzione restano quelle previste dall’art. 51 del TUIR: concessione alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee, rispetto dei massimali, etc. Bisognerà verificare se la modifica apporta anche altri vincoli o specificità.
  • Il valore di 10 € resta una soglia, non automaticamente il valore del buono: significa che fino a 10 € di buono pasto elettronico al giorno non concorre a reddito, ma l’azienda può decidere se erogare un valore pari o inferiore a quella soglia.
  • Occorre tenere d’occhio le modalità operative: le aziende e gli operatori devono verificare che i contratti di convenzione, sistemi elettronici e procedure siano aggiornati per cogliere il nuovo beneficio.

Prospettive e prossimi passi

L’innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto elettronici, se confermato nella versione finale della Legge di Bilancio 2026, rappresenterebbe un passo significativo nel quadro del welfare aziendale e della tutela del potere d’acquisto dei lavoratori.

Per le aziende e per gli operatori come Coverflex è l’occasione per rivedere le strategie benefit, comunicare in modo efficace interna­mente ed esternamente, e cogliere un momento favorevole per rafforzare l’engagement dei dipendenti.

Resta però fondamentale tenere presente che siamo ancora in fase di bozza: il testo definitivo potrebbe cambiare, e pertanto è consigliabile prepararsi con anticipo ma attendere il via ufficiale per l’operatività.

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