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benefit sono ormai diventati un elemento strategico per creare un rapporto equilibrato tra azienda e dipendenti. Conoscere le varie tipologie e le relative normative è essenziale per coglierne tutti i benefici. Ad esempio, sai come funziona la tassazione dei fringe benefit

Leggi nel nostro approfondimento come si calcolano imposte e contributi, quali sono le soglie di esenzione 2023 e le ultime novità. In più, consideriamo anche l’auto aziendale come fringe benefit, che segue delle regole un po’ diverse.

Come si calcola la tassazione sui fringe benefit?

Buoni per fare shopping, auto aziendale, PC, alloggi, prestiti, stock option e molto altro ancora: tutti sono considerati come una forma di retribuzione aggiuntiva che l’azienda eroga al personale (ad personam o a determinate categorie, in genere ristrette). Visto che si tratta di un elemento di welfare aziendale sempre più diffuso nel nostro Paese, è fondamentale comprendere come funziona la tassazione dei fringe benefit

Il motivo del loro successo è presto spiegato: entro le soglie previste dal Legislatore, che approfondiremo più avanti, non concorrono alla formazione del reddito imponibile. Diventano invece tassabili per la quota che eccede il tetto massimo indicato dal TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), su cui si applicano tasse e contributi.

Per ottimizzare il vantaggio offerto, l’azienda può erogare al personale un paniere variegato che comprenda anche i cosiddetti flexible benefit, che sono completamente esentasse. Ad esempio, la soluzione di welfare Coverflex permette di modulare una proposta di beni e servizi in natura, bonus e sconti speciali, tutti caratterizzati da un’ampia spendibilità e flessibilità.

Dipendenti e aziende

Dal punto di vista del dipendente, la tassazione dei fringe benefit in busta paga scatta nel momento in cui si oltrepassano i limiti. In pratica, entro il tetto massimo stabilito non deve pagare l’IRPEF in base allo scaglione di appartenenza e la sua parte di INPS (9,19%).

A sua volta, anche l’azienda non è chiamata a pagare la restante quota INPS dovuta per conto del dipendente (23,81%) e ottiene anche un risparmio sul contributo INAIL non versato. In aggiunta, i fringe benefit riducono il carico fiscale perché sono deducibili al 100%, fatta eccezione per alcune tipologie, in primis l’auto aziendale.

Auto aziendale: la tassazione come fringe benefit

A proposito di esempi di fringe benefit, vale la pena capire meglio le norme relative alla tassazione come fringe benefit dell’auto aziendale. Innanzitutto, dobbiamo distinguere diverse casistiche: ecco quali sono.

Auto aziendale a uso professionale

Nel primo caso, ovvero quando viene utilizzata esclusivamente per lavorare, l’auto non può essere considerata un fringe benefit, bensì uno strumento lavorativo. Non rientra quindi nell’ambito dell’esenzione da tasse e contributi.

Auto aziendale a uso personale o promiscuo

Se la vettura aziendale viene concessa al dipendente per essere usata solo nella sfera privata oppure sia personalmente che professionalmente, diventa a tutti gli effetti un fringe benefit, ovvero una forma di retribuzione aggiuntiva. 

A partire dal 2020, la tassazione si calcola in base alle emissioni di Co2, facendo riferimento al costo chilometrico indicato dalle apposite tabelle ACI. La percorrenza convenzionale di 15.000 km annui deve essere moltiplicata per le percentuali di riferimento.

La soglia di tassazione dei fringe benefit

Abbiamo anticipato l’esistenza delle soglie di tassazione dei fringe benefit. Fino a qualche anno fa il limite era stato fissato a 258,23 euro per tutti. Per fare un esempio, se un dipendente riceveva 200 euro di fringe benefit, non si applicavano né imposte né contributi.

Nel corso degli anni la soglia è stata aggiornata per assecondare le particolari condizioni economiche del momento. La crisi pandemica e lo spettro della recessione hanno spinto i governi che si sono succeduti a riformulare gli importi massimi consentiti, sostenendo così un alleggerimento dei costi per tutti (imprese e famiglie).

Nel 2022, il Decreto Aiuti bis ha portato la soglia di tassazione dei fringe benefit a 600 euro all’anno, aggiungendo inoltre la possibilità di un buono carburante da 200 euro cumulabile. Nello stesso anno, il Decreto Aiuti quater ha fatto ancora di più, aumentando a 3000 euro l’importo detassato.

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Tassazione fringe benefit 2023 e novità per il 2024

Come stabilito dal Decreto Lavoro del 1º maggio 2023, fino alla fine dell’anno resterà ancora in vigore la soglia di 3000 euro, ma esclusivamente per chi ha figli a carico. Per tutti gli altri, il Governo Meloni ha diminuito la soglia a 258,23 euro, come in passato. Fino al 31 dicembre 2023 resteranno valide queste indicazioni, ma si prevedono novità per la tassazione dei fringe benefit nel 2024.

Stando alle anticipazioni della Legge di Bilancio 2024, che è già stata approvata dal Consiglio dei Ministri, la soglia di tassazione dei fringe benefit diventerà di 1000 euro per tutti i dipendenti. Dovrebbe invece scendere a 2000 euro per chi ha figli a carico. In questo modo si è cercato di trovare maggiore equilibrio tra le due categorie di dipendenti, eliminando l’eccessiva disparità.

I fringe benefit Coverflex: vantaggiosi e flessibili

Dopo aver spiegato come funziona la tassazione dei fringe benefit, passiamo al lato pratico. Visto l’evidente vantaggio per aziende e personale, serve una soluzione al passo con i tempi e innovativa, come quella dei fringe benefit Coverflex. Grazie a una procedura intuitiva e veloce, che non richiede troppa burocrazia, è sufficiente registrare l’azienda sulla piattaforma e compiere ogni step in autonomia. 

In pochi click si potrà poi scegliere il tipo di benefit offerti e selezionare un budget. Ogni dipendente potrà poi ricevere le Coverflex Card grazie a cui fare shopping, accedere a servizi e sfruttare tutte le altre opportunità, come ad esempio le convenzioni per le attività del tempo libero, corsi formativi, assistenza familiare e tanto altro.

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