Indennità di vacanza contrattuale

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Per contribuire a un miglioramento dell’equilibrio tra le parti lavorative, nel nostro Paese è stata istituita da tempo l’indennità di vacanza contrattuale, chiamata anche IVC. Pensata per tutelare i dipendenti alla scadenza del loro CCNL, protegge gli stipendi dalle oscillazioni inflazionarie e sostiene il potere d’acquisto del personale. Vediamo di che cosa si tratta esattamente, a chi viene concessa e come si calcola l’indennità di vacanza contrattuale.

Come funziona l’indennità di vacanza contrattuale

L’indennità di vacanza contrattuale rappresenta un aspetto importante della retribuzione dei lavoratori dipendenti. Viene erogata dall’azienda in situazioni particolari, ovvero nel periodo intercorrente tra la data di scadenza di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) e il suo successivo rinnovo. In pratica, può essere considerata come una sorta di anticipo in vista degli auspicati miglioramenti contrattuali, che viene poi riassorbito una volta siglato il nuovo accordo.

Durante il periodo in questione, noto come “vacanza contrattuale”, il CCNL è scaduto e non è ancora stato rinnovato, quindi non si applicano le norme in esso contenute. Per questo motivo, l’azienda decide di erogare un’indennità di vacanza contrattuale ai propri dipendenti. La sua caratteristica principale è dunque la provvisorietà, visto che può essere corrisposta solo in quella specifica finestra temporale che risulta esclusa dal CCNL.

Varata dal “Protocollo sulla politica dei redditi e dell'occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo” del 23 luglio 1993 in sostituzione al precedente sistema della scala mobile e poi rivista completamente nel 2009, di fatto rappresenta uno strumento che punta a proteggere i redditi dei dipendenti dall’inflazione prima della finalizzazione della nuova contrattazione collettiva.

L’importanza dell’indennità di vacanza contrattuale appare ancora più evidente nelle situazioni in cui le trattative per il rinnovo del CCNL risultano particolarmente lunghe, prolungandosi per mesi e a volte persino anni.

Come si calcola l’indennità di vacanza contrattuale

Di norma, l’indennità di vacanza contrattuale viene concessa in busta paga dopo la scadenza del CCNL secondo quanto indicato dai precedenti accordi del comparto (prima del 2009, invece, scattava per tutti dopo tre mesi). Inoltre, incrementa con il passare dei mesi in cui non si concretizza il nuovo contratto per il settore d’appartenenza. Questo idealmente dovrebbe essere uno stimolo per trovare in fretta un accordo tra le parti.

È stata superata anche l’iniziale uniformità del trattamento economico, che fino al 2008 indicava un importo pari al 30% del tasso di inflazione dal terzo al sesto mese e del 50% a partire dal sesto. Oggi l’importo dell’indennità di vacanza contrattuale varia a seconda dell’azienda e del CCNL in vigore. Per questo motivo, in alcuni casi può essere pari a una percentuale della retribuzione del dipendente, mentre in altri si tratta di una somma fissa

Per fare un esempio, l’indennità di vacanza contrattuale 2024 per il personale degli enti locali, fissata dalla Ragioneria Generale dello Stato, da gennaio 2024 è aumentata di 6,7 volte rispetto al 2023 (pari allo 0,5% della retribuzione). Il calcolo prende in considerazione il tasso di inflazione programmato per l’anno in corso, oltre allo stipendio e alla percentuale fissata.

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