Assicurazione generale obbligatoria

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Secondo l’ordinamento giuridico italiano, chiunque abbia un contratto di lavoro dipendente deve effettuare l’iscrizione all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO). In forme diverse, è prevista anche per altre categorie professionali, come artigiani e liberi professionisti. Lo scopo è semplice: tutelare i lavoratori durante la vecchiaia e in caso di invalidità o disoccupazione involontaria, oltre che i loro superstiti dopo la morte. Scopri di più sull’AGO nel nostro approfondimento su questa importante tematica.

Cos’è l’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO)

Gestita dall’INPS, che si occupa dei fondi ed eroga le relative prestazioni, l’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti offre una copertura completa perché assicura loro la protezione finanziaria nei momenti di maggiore difficoltà. Si tratta di un importante istituto giuridico che è in linea con l’articolo 38 della Costituzione, secondo cui tutti “i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.

Istituita per la prima volta nel 1886 con il termine generico di assicurazione sociale, poi corretta e integrata nel tempo, è oggi d’obbligo per la maggior parte dei lavoratori subordinati nel settore privato e pubblico in Italia, ma anche per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti). Oltre all’AGO, che viene anche chiamata regime generale, troviamo però altre tipologie così ripartite:

  • forme esclusive e integrative dell’AGO;
  • forme sostitutive dell’AGO;
  • previdenza per i liberi professionisti (gestione separata dell’INPS o casse professionali.

Forme esclusive e integrative

Le forme esclusive dell’Assicurazione Generale Obbligatoria sono rivolte ai dipendenti del settore pubblico e sono attualmente gestite dall’INPS, dopo la soppressione di altri enti come l’INPDAP e l’IPOST. Un tempo il regime prevedeva un trattamento più favorevole, ma oggi tali condizioni sono venute meno.

Le forme integrative dell'Assicurazione Generale Obbligatoria sono invece pensate per chi deve versare ulteriori quote oltre a quelle dell’assicurazione generale obbligatoria. Alcuni sono però stati soppressi, come il Fondo Gas che si rivolgeva al personale dipendente delle aziende del Gas, ma altri resistono. Ad esempio, è questo il caso di Enasarco, che raccoglie gli agenti e i rappresentanti di commercio o del fondo del Consorzio autonomo del porto di Genova e Trieste.

Le forme sostitutive

Un’altra categoria aggiuntiva è rappresentata dalle forme sostitutive dell’AGO, che in passato venivano gestite da enti specifici e ora sono anch’esse di competenza dell’INPS. Raggruppano i dipendenti del settore privato a cui un tempo veniva offerto un trattamento differenziato per via di una maggiore forza contrattuale. Per fare qualche esempio, si trattava del personale di volo delle compagnie aeree, dei lavoratori dello spettacolo e degli sportivi professionisti.

La previdenza obbligatoria

La previdenza obbligatoria (o primo pilastro) è l’insieme di istituti che, attraverso le prestazioni previdenziali, garantisce la rendita economica necessaria per continuare a mantenere un giusto livello di benessere nel caso in cui insorgano problemi di salute che impediscano di lavorare o al raggiungimento di una certa età.

L’erogazione di tali prestazioni avviene proprio tramite le diverse forme di Assicurazione Generale Obbligatoria. Contestualmente all’obbligo di rapporto assicurativo c’è dunque l’obbligo di versamento dei contributi, che possono essere integrati da forme di previdenza complementare (o secondo pilastro). 

Ricordiamo anche che il nostro sistema previdenziale prevede due tipologie di prestazioni. Le prestazioni pensionistiche vengono corrisposte al lavoratore al raggiungimento della soglia anagrafica per la pensione, mentre le prestazioni non pensionistiche vengono erogate in particolari circostanze, come malattia, disoccupazione o maternità.

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