Scatto di anzianità

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Lo scatto di anzianità è un elemento obbligatorio della retribuzione, nonché un diritto di ogni dipendente, e per questo motivo è presente periodicamente nel cedolino. Ma di cosa si tratta esattamente? Te lo spieghiamo noi: scopri nel nostro approfondimento come funziona ogni scatto di anzianità, chi ne ha diritto e come si calcola in base ai settori.

Come funzionano gli scatti di anzianità

Lo scatto di anzianità, chiamato anche aumento periodico di anzianità, rappresenta un compenso fisso che viene maturato in base alla durata del servizio prestato presso una stessa azienda. Il conteggio parte all’inizio del contratto e prosegue fino alla conclusione del rapporto di lavoro; indipendentemente dalla durata il numero totale di scatti di anzianità va da 5 a massimo 12.

Come molti altri aspetti del lavoro subordinato, il meccanismo dello scatto di anzianità fa sempre riferimento a quanto contenuto nella contrattazione collettiva nazionale. È però importante sottolineare che rappresenta un incentivo per i dipendenti al servizio presso la stessa azienda da diversi anni, oltre che un vantaggio per l’azienda stessa.

Il personale può infatti ottenere un aumento salariale e/o maggiori benefici lavorativi, come ad esempio un incremento delle ferie o dei permessi retribuiti. A loro volta, gli scatti di anzianità contribuiscono anche a migliorare la produttività e la qualità del servizio offerto, in quanto i dipendenti si sentiranno maggiormente motivati e gratificati, con ovvi benefici per il datore di lavoro.

A chi spetta lo scatto di anzianità?

Veniamo ora chi ha diritto agli scatti di anzianità. In breve, spettano a chiunque abbia un contratto da lavoro continuativo come dipendente e maturano indipendentemente da ferie, malattia, infortuni, CIG o congedi vari. In più, ne hanno diritto sia i dipendenti a tempo pieno sia quelli in part-time: nel secondo caso, l’importo sarà semplicemente proporzionale alle ore lavorate. 

Il requisito della continuità è però fondamentale, visto che non è possibile accumulare gli scatti di anzianità passando da un’azienda all’altra. Ci sono però delle categorie a cui non spetta lo scatto di anzianità. Si tratta di:

  • lavoratori autonomi;
  • stagisti e tirocinanti;
  • collaboratori.

Trattandosi di un elemento obbligatorio in busta paga, gli scatti di anzianità devono essere sempre pagati. Nel caso in cui ciò non avvenga, i dipendenti devono rivolgersi ai sindacati, a un avvocato o a un consulente del lavoro per far valere i loro diritti e recuperare quanto perso.

Come si calcola lo scatto di anzianità

In linea di massima, ogni scatto di anzianità ammonta al 4% dello stipendio minimo. L’aumento può poi essere conteggiato ed erogato in maniera differente a seconda dei contratti collettivi stipulati. Ad esempio, per i contratti del settore metalmeccanico gli scatti di anzianità vengono corrisposti ogni due anni, mentre gli scatti di anzianità del commercio vengono corrisposti ogni tre anni. 

L’importo dello scatto di anzianità dipende dalla qualifica professionale e viene chiaramente indicato dal CCNL. Come anticipato, il calcolo degli scatti di anzianità parte dalla data di assunzione del dipendente, salvo eccezioni, ed è da considerarsi lordo, ovvero soggetto a imposizione fiscale e contributiva. Importante: in busta paga viene attribuito a partire dal mese successivo a quello di maturazione su base biennale o triennale.

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