Ammortizzatori sociali

No items found.

Per offrire un sostegno a chi ha perso il proprio impiego, lo Stato italiano ha creato gli ammortizzatori sociali. Ne avrai sicuramente sentito parlare, ma sai di cosa si tratta esattamente? Te lo spieghiamo noi: leggi nel nostro approfondimento tutto quello che c’è da sapere su questo argomento, dalla definizione alle categorie che ne hanno diritto, passando per le diverse tipologie e la recente riforma che ha modificato il panorama normativo di questo strumento.

Che cosa si intende con ammortizzatori sociali?

Partiamo dal concetto di base, ovvero che cosa sono gli ammortizzatori sociali. Si tratta di strumenti che forniscono sostegno al reddito dei lavoratori in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Sono utilizzati dalle aziende in difficoltà per evitare licenziamenti e garantire la continuità dell’attività lavorativa.

L’uso degli ammortizzatori sociali viene regolamentato dalla legge e varia a seconda del Paese e dell’ordinamento giuridico di riferimento. In Italia se ne occupa la Direzione generale degli ammortizzatori sociali, istituita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il suo compito consiste nel gestire le risorse a disposizione per incentivare l’occupazione.

Per le regioni e le province autonome, come Sicilia e Sardegna, gli ammortizzatori sociali possono essere ulteriormente modulati sulla base di condizioni particolari o fondi messi a disposizione sul territorio.

Chi ne ha diritto

In linea generale, la condizione per accedere agli ammortizzatori sociali è la perdita del lavoro. Tuttavia, le regole variano in base alla tipologia di misura. Prendiamo un esempio classico di ammortizzatore sociale, la NASpI: questo intervento riguarda i lavoratori subordinati che hanno perso il loro impiego in modo involontario. Oltre allo stato di disoccupazione, devono possedere alcuni requisiti contributivi particolari, in primis aver versato contributi contro la disoccupazione per almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

Quali sono gli ammortizzatori sociali

Esistono diverse forme di supporto: ecco alcuni classici esempi di ammortizzatori sociali e le loro caratteristiche principali.

  • Cassa Integrazione Guadagni: chiamata anche CIG, è lo strumento attraverso il quale lo Stato interviene a sostegno delle imprese che, a causa delle situazioni di crisi o difficoltà tipizzate dalla legge, sono momentaneamente costrette a contrarre o sospendere la propria attività. L’intervento consiste nell’erogazione da parte dell’INPS di un’indennità sostitutiva della retribuzione in favore dei dipendenti sospesi dal lavoro o sottoposti a riduzione di orario.
  • Mobilità: tra i più noti ammortizzatori sociali, permette ai lavoratori di trovare un nuovo impiego presso un’altra azienda con il supporto di un’indennità di disoccupazione.
  • NASpI: acronimo di Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un ammortizzatore sociale introdotto dal Jobs Act nel 2015 che, come abbiamo visto, è rivolto ai lavoratori subordinati (anche apprendisti) che hanno perso il lavoro non per loro scelta.
  • DIS-COLL: anch’esso gestito dall’INPS, questo ammortizzatore sociale è rivolto a collaboratori coordinati e continuativi, collaboratori a progetto, assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio che hanno perso involontariamente l’impiego.
  • Trattamento di fine rapporto (TFR): è la somma di denaro a cui ha diritto il lavoratore alla fine del rapporto di lavoro, corrispondente a una percentuale dell’ultima retribuzione percepita.
  • Fondo di solidarietà: lo strumento che prevede l’istituzione di un fondo comune tra le aziende dello stesso comparto, al fine di garantire il sostegno al reddito dei lavoratori in caso di crisi del settore.

Riforma degli ammortizzatori sociali: in cosa consiste?

Ufficializzata attraverso la Legge di Bilancio 2022, la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali ha rivoluzionato la disciplina delle varie misure pensate per tutelare i soggetti disoccupati, sospesi o che hanno avuto una riduzione delle ore di lavoro. Lo scopo primario della riorganizzazione era ampliare la platea di beneficiari. 

Ad esempio, ora possono ricevere la CIG anche alcune categorie che prima erano escluse, ovvero i lavoratori a domicilio e gli apprendisti di primo livello. Tra le altre modifiche, ricordiamo inoltre l’alleggerimento dei requisiti per accedere alla NASpI o alla DIS-COLL e l’adeguamento del contributo addizionale versato dalle aziende che fanno richiesta di cassa integrazione.

No items found.

Vuoi ricevere maggiori info su Coverflex?

Prenota una demo e sii tra i primi a scoprire tutto riguardo al nostro lancio in Italia. Non ti preoccupare, non riceverai alcuno spam da parte nostra.